CALCIO
L’arcobaleno assurdo degli arbitri
I direttori di gioco capiscono poco, o nulla, delle dinamiche fisiche del gioco del calcio
Pubblicato il 20.02.2024 08:00
di Giorgio Genetelli
Due partite, due espulsioni, due rigori. Non se ne può più di questo calcio stravolto e steso sul lettino dell’anatomo-patologo, sviscerato da mille occhi, imbrigliato da mille regole, dove arbitri e tecnologia si passano le responsabilità, annullano decisioni e ne inventano di opposte. In Grasshopper – Basilea, la cavalletta Abels ha ricevuto due cartellini in due minuti, entrambi inesistenti, ma che l’arbitro Alessandro Dudic (nella foto Keystone), dal basso di un calcio che lui chiaramente non ha mai giocato neanche alle elementari, ha estratto come per confermare la sua presenza. In questa partita le ammonizioni sono state una decina, una metà inventate, tanto leggeri o inesistenti i contrasti incriminati. Poi, per completare la sceneggiata, è stato dato anche un rigore al GC, apparso comunque corretto.
In Young Boys – Stade Lausanne, Esther Staubli – dopo il classico rigore assegnato agli ospiti - ha fatto finta di nulla su un fallo da ultimo uomo di Blum ai danni di Gharbi, salvo poi essere richiamata dal suo assistente, non prima di aver ammonito un paio di giocatori per proteste. Allora è andata al video e si è accorta, buongiorno, che Blum andava espulso e lemme lemme, quasi contrita ha riattraversato il campo per sventolare il cartellino al difensore dell’YB.
E non parliamo di tutti gli altri casi di giornata ai quali non abbiamo assistito di persona.
Diciamolo: gli arbitri capiscono poco, o nulla, le dinamiche fisiche del gioco del calcio, non si prendono responsabilità, abboccano alle continue simulazioni e poi confidano in dio, che è il Var, e nelle tavole della legge. Var diretto da altri arbitri che scarnificano a due all’ora situazioni di alta velocità e non sia mai che vengano meno a regole che fanno a pugni col buon senso; tavole della legge aggiornate dalle scrivanie e a naso.
Arriverà il cartellino blu? Auguri ai club che dovranno allestire la panchina dei cattivi come nell’hockey e aspettare che i direttori di gioco si divertano a cambiare il colore dei cartellini come con l’arcobaleno - a quando quello marrone quando si gioca male e quello viola per il nervosismo? -, perdendo ulteriore tempo e spezzando un gioco che sembrano intenti a distruggere e secondo me ce la faranno.
A questo punto, per ritrovare un eden perduto, si può sperare nella sola rivoluzione possibile: giocare senza arbitri e telecamere.