E storia fu! Il Servette ha conquistato ieri sera la
vittoria in Champions Hockey League al termine di una palpitante sfida contro
gli svedesi dello Skellefteå. Un 3 a 2 ottenuto in sofferenza, ma
meritatissimo, frutto soprattutto di un grande inizio seguito da una grande
prova di resilienza. In un ambiente infuocato davanti al pubblico amico la
squadra di Jan Cadieux ha giocato sino alla morte dimostrandosi prontissima per
lo storico evento. Per una volta la sindrome svedese, che spesso colpisce le
nostre squadre, è stata sconfitta. Contro un avversario fortissimo, Bertaggia e
soci sono riusciti a imporsi grazie allo sforzo collettivo e a qualche giocata
davvero di prestigio. Basta pensare alla qualità delle reti segnate, tutte
molto belle e che hanno visto tra i protagonisti pure elementi non certo
attesi. Come ad esempio Eliot Berthon: il francese, uno dei giocatori meno
quotati, ha aperto le marcature emulando con un gesto degno del miglior
Filppula. Decisivo, specialmente nel finale, pure il portiere Olkinuora che ha
dimostrato di saper vincere questo tipo di finali secche. D’altronde con il suo
ricco palmarès, che comprende due ori mondiali e uno olimpico,
non è una sorpresa. Le Aquile, che avevano messo la Champions Hockey League tra
i loro obiettivi, hanno dunque scritto la storia, ripetendo quanto fatto dallo
Zurigo nel 2009. In quell’occasione il formato della competizione era però diverso.
Il Ginevra ha avuto il merito di dare risalto anche in Svizzera a una
competizione che specialmente alle nostre latitudini stenta a decollare. Vedere
“Les Vernets” esaurita, piena di entusiasmo e il piazzale esterno colmo di
gente senza biglietti a vedere il match sul grande schermo sono scene
edificanti. Anche i media si sono catapultati sulla manifestazione dando
risalto a questa finalissima. La speranza è che tutto ciò abbia un effetto
duraturo e non sia solo un’istantanea. Solo il futuro ce lo dirà, intanto però
complimenti al Ginevra per aver scritto una grande pagina di hockey elvetico.
(Foto Keystone/Zingaro)