FUORI ORARIO
Un granata indimenticabile
Ricordo di Peter Pazmandy, giocatore e allenatore di successo col Servette, portò il Bellinzona in LNA
Pubblicato il 26.02.2024 07:48
di Enrico Lafranchi
Sono già trascorsi 12 anni da quando Peter Pazmandy ci ha lasciati. Desideriamo ricordarlo sull’Eco dello Sport che nel periodo della sua permanenza sulla panchina dell’ACB, ne ha tracciato il suo brillante cammino al sud delle alpi (intriso anche di amarezza). Era arrivato in Svizzera nel 1956, proveniente da Budapest (in Ungheria si era scatenata la rivolta antisovietica). A Locarno con lui c’erano due altri ragazzi magiari, Nemeth e Makay (fu giocata al Lido un’amichevole con la nazionale giovanile ungherese che sconfisse per 7-0 quella rossocrociata). Guarda caso Pazmandy tornò in Ticino trent’anni dopo: nel suo brillante palmarès risalta la promozione del Bellinzona nel campionato 85-86. Da Gazzetta Ticinese: “La città ha accolto festante la ‘carovana’ dell’ACB reduce dalla vittoria ottenuta a Bienne. Al rientro nella capitale, sotto una pioggia torrenziale, è bastato uno sprazzo di luce per misurare la gioia dipinta sul volto del presidente Felice Lazzarotto e condividere l’emozione dell’allenatore Peter Pazmandy”. I granata erano stati promossi insieme al Locarno. Alla testa delle bianche casacche, guidate da Antonio ‘Toni’ Chiandussi, c’era il presidente Michele Pedrazzini che a… fuoco caldo aveva dichiarato: “È stato qualcosa di commovente vedere in piazza Grande alle dieci di sera così tanta gente. Dimostra che da parte della città, anzi di tutta la regione, c’è un grande attaccamento al FC Locarno”. A mo’ di parentesi ricordiamo che le ‘bianche casacche’ erano state retrocesse nel 1953 e due anni dopo erano addirittura cadute in Prima Lega da dove sono poi risalite, nell’allora DNB, dopo ben 26 anni con Rolf Blättler.
Pazmandy dopo la sospensione di due anni inflitta ai giocatori che avevano scelto di rimanere in Svizzera, nel 1959 debuttò nel Servette con il quale vinse due titoli e tre finali di coppa. Nei nostri incontri ricordava spesso e volentieri che “ad accoglierci in Svizzera fu lo stadio di Charmilles, il vero cuore del Servette”. Con i granata ginevrini da allenatore aveva vinto tutto quello che c’era da vincere (clamoroso il poker nella ‘storica’ stagione 78-79: campionato, coppa svizzera, coppa delle Alpi e della Lega) al punto che la Tribune de Genève lo aveva chiamato ‘le prince servettien’.
A Bellinzona P.P. aveva riportato allo stadio, grazie al supporto dei due big brasiliani e di Philippe Fargeon, il pubblico delle grandi occasioni. Su Calcio Ticinese Luigi Arrigo commentò così il magic moment 86/87: “Paulo Cesar domina sul campo e sulle testate dei quotidiani nazionali. A lui si è aggiunto Mario Sergio, accolto il 29 settembre da una miriade di tifosi sul viale Stazione (si parlò, esagerando un po’… di 3000 persone! – Ndr)”. Sullo stesso Almanacco, curato da Gianpaolo Lavelli, spiccava questo titolo: “ACB, Torcida e bola a ritmo de samba!”.
A prescindere dai successi riportati anche da calciatore (giocò, fra gli altri, con Law Mantula, Jacques Fatton, Giuliano Robbiani, Luciano Steffanina), Pazmandy era una gran bella persona, un allenatore aperto ai problemi del calcio giovanile ticinese. Era rimasto colpito delle qualità di un giovane bianconero, Daniele Penzavalli (“È un grande talento”), è stato lui a lanciare in prima squadra Kubilay Türkyilmaz dopo la partenza per Bordeaux di ‘Fifì’ Fargeon (Kubi gli è sempre stato riconoscente).
Tornava di tanto in tanto in Ticino, l’ultima volta a Pasqua 2010, accompagnato dalla moglie Arlette. Fu lei a comunicarmi in lacrime, venerdì 23 marzo 2012, la triste notizia. Sono trascorsi dodici anni…
(Foto ENLA)