Calcio
Roma, Mourinho è solo un ricordo
E Daniele De Rossi vuole diventare Speciale
Pubblicato il 27.02.2024 08:15
di Emilio Di Nunzio
Un paragone azzardato, troppo forte? Un gesto di irriconoscenza e di ingratitudine verso uno degli allenatori più vincenti della storia del calcio che ha contribuito a scrivere pagine importanti di questo meraviglioso sport? No, non è nulla di tutto ciò. Il rispetto per la carriera dello Special one è senza ombra di dubbio fuori discussione. D’altronde che critica si potrebbe muovere verso un allenatore capace di vincere tutto e di conquistare l’amore e l’affetto di ogni piazza in cui ha allenato? L’unica cosa che resta da fare è togliersi il cappello e dire chapeau. Ma nel calcio come nella vita non sempre il risultato è l’unico criterio in grado di determinare la grandezza o il successo di un allenatore. In questo caso la scelta dell’esonero di Mourinho da parte dei Friedkin è stata dettata non solo da una mancanza di risultati che stava per compromettere la corsa al quarto posto in campionato, ma anche da un grosso limite che ha caratterizzato la gestione del tecnico portoghese in questi ultimi tre anni a Roma: l’assenza di gioco. Il gioco non può essere considerato un elemento astratto o un indice inerente solo all’estetica e alla bellezza del calcio. Il gioco è elemento fondante nel calcio. De Rossi in questo senso è certamente la chiave di svolta della stagione della Roma. Sicuramente non è ora il tempo dei bilanci o delle conclusioni che sarebbero premature, troppo avventate e poco professionali, ma ciò che di tangibile si può affermare è la netta rottura con il precedente passato. Statistiche a parte, sarebbe banale commentare il risultato o per meglio dire i risultati delle ultime, quanto più complesso riflettere sul gioco e sulle novità tattiche portate dalla nuova gestione De Rossi. Poco più di un mese fa, l’arrivo dell’attuale tecnico aveva suscitato nella tifoseria giallorossa una serie di sentimenti contrastanti, di perplessità, dubbi e di contestazione verso la proprietà americana per l’esonero di Mourinho. In quel clima di grande incertezza e sgomento sul futuro della stagione, De Rossi ha avuto il coraggio, la personalità e la prontezza di badare non solo al risultato e alla necessità viscerale di fare punti in campionato, ma in primis ha saputo rivoluzionare il gioco di una squadra che soprattutto nell’ultimo periodo era diventato pressoché sterile e soporifero, ma che anche quando i risultati erano positivi le prestazioni lasciavano a desiderare in termini di bellezza e di spettacolarità. A dire che non è tutto oro quello che luccica è lo stesso De Rossi ammette che le difficoltà ci sono e che il cammino non è agevole. Chiosa finale: l’obiettivo non è stabilire un vincitore o dire se è meglio Mourinho o De Rossi. Il fine è di parlare di calcio e non di risultatismo. I risultati non hanno bisogno di essere commentati. Il gioco necessita di spiegazioni.
(Foto Keystone/Ferrari)