CALCIO
La forza del Lugano, la filosofia dello Zurigo
Genesio Colatrella ci spiega cos'è cambiato sulle rive della Limmat in queste settimane
Pubblicato il 27.02.2024 09:44
di L.S.
È stato un bel Lugano, questo è incontestabile.
Poi, com’è giusto che sia, c’è anche il partito di chi sostiene che lo Zurigo sia venuto in Ticino con una squadra B, infarcita di giovani. Troppi per sperare di mettere in difficoltà i bianconeri.
Entrambe le cose sono vere. La squadra di Croci-Torti ha gestito in maniera quasi ottimale la sfida. Diciamo “quasi”, perché forse si sarebbe potuto chiudere prima la pendenza.
D’altra parte è incontestabile, che la squadra schierata dal DS Malenovic e dai tecnici Ural e Romano, sia stata una grossa sorpresa per tutti.
Ma perché lo Zurigo ha fatto questa scelta?
Lo abbiamo chiesto a Genesio Colatrella, ex giocatore del Locarno e fino a Natale tecnico dell’Under 21 degli zurighesi.
Genesio, sorpreso della formazione dello Zurigo?
“Un po’ sì, è chiaro, ma penso che ci siano due aspetti da tenere in considerazione. Il primo legato alla partita di mercoledì sera contro il Winterthur in Coppa, il secondo riguarda invece la nuova filosofia del club da quando è arrivato Malenovic. Si vuole puntare di più sui giovani, mettendoli in mostra e facendogli fare esperienza”.
Non è un po’ rischioso in un campionato così equilibrato?
“È vero che bisogna fare attenzione, perché la Super League quest’anno è molto combattuta, ma credo che lo Zurigo, quando recupererà i suoi infortunati e squalificati, si qualificherà comunque tra le prime sei”.
Giusto mettere in campo tanti giovani tutti assieme?
“Io ho allenato tanti di questi ragazzi e conosco il loro valore. Sono sicuro che un giorno sapranno dimostrare il loro talento. È vero che bisogna però trovare il momento giusto per schierarli. Bisogna dare al ragazzo una chance reale in una squadra che ha degli automatismi, così come una certa continuità. Altrimenti si rischia di bruciarlo”.
Via Henriksen, passato al Mainz, allo Zurigo sembra cambiata la filosofia:
“In un certo senso è proprio così. Henriksen era più un conservatore, uno che si affidava preferibilmente a un calcio di attesa e ripartenza. Con l’arrivo di Malenovic si vuole cambiare l’atteggiamento e la mentalità delle varie squadre. Si punta su un calcio offensivo, capace di dominare il gioco. Dopo appena due partite è però troppo presto per dare giudizi”.
C’è chi vorrebbe anche in Ticino un maggior spazio per i giovani:
“Conosco bene la vostra regione e sono sicuro che anche da voi esistono grandi potenzialità. Il Team Ticino in questi anni ha lavorato molto bene. Quando ero il responsabile del settore giovanile del FC Lucerna lo prendevo spesso come esempio. Da voi c’è passione e qualità, dovete essere ottimisti. Oltretutto con l’arrivo di uno come Hangarter, che conosco molto bene, la struttura crescerà con gli anni. A patto che…”.
A patto che…?
“Che lasciate da parte un po’ di campanilismo. Se riuscirete a lavorare tutti assieme sono sicuro che tirerete fuori ancora grandi giocatori, come avete sempre fatto in passato”.
Del Lugano cosa ne pensi?
“Guardo spesso le partite dei bianconeri e mi piace il modo in cui Croci-Torti affronta le partite. Ha sempre idee nuove e attorno a un’intelaiatura consolidata riesce a creare qualche sorpresa. In una squadra del genere è anche più facile per i giovani emergere”.
Tu a Natale hai lasciato la panchina dello Zurigo Under 21: perché?
“Come tutti sanno, sono cambiate molte cose e i nuovi responsabili volevano affidarmi l’Under 19. Ma il problema non era la squadra, che avrei anche allenato molto volentieri, ma il fatto che per il sottoscritto mancava un reale progetto. Allora ho preferito farmi da parte”.
Cosa farai la prossima stagione?
“Non lo so ancora, ho avuto qualche contatto ma per il momento non c’è nulla di concreto. Aspettiamo e vediamo…”.
(Nella foto Keystone/Schmidli, Genesio Colatrella a sin. e Bo Henriksen)