CALCIO
"Manca qualità e un po' di fame"
Kubilay Türkyilmaz, presente al Comunale, analizza la sconfitta del Bellinzona
Pubblicato il 28.02.2024 22:16
di Enrico Lafranchi
Pensavamo di vedere in campo un Bellinzona stimolato dal terzo posto in classifica, i granata al contrario hanno lasciato la testa negli spogliatoi come è accaduto a capitan Tosetti che Benavente (nella foto Putzu) ha purtroppo allineato soltanto nel secondo tempo. È stata una partita molto povera di contenuti tecnici, le due squadre si sono pressoché equivalse (e di riflesso annullate). Nei primi 45 minuti non si è visto un solo tiro in porta, il che è tutto dire. Da parte dei padroni di casa una quantità industriale di retropassaggi al portiere, ma non per scaldare i piedi a Iacobucci… “Questo può anche nascere dal fatto – afferma Kubi – che l’allenatore chiede di giocare dietro e di ricominciare l’azione: è una filosofia che io non conosco ma da quello che vedo presumo che sia proprio quella”. Incapacità di smarcarsi (anche nelle rimesse laterali), mai tre passaggi di fila indovinati (se non due…).  Centrocampo evanescente, sopraffatto – (non in centimetri ma in velocità), Maressa l’unico un po' concreto. Attacco in bambola (Kubi: “Davanti bisogna muoversi di più, per forza i difensori devono giocare indietro, non hanno soluzioni”). Anche i cambi effettuati a secondo tempo inoltrato non hanno cambiato di molto la manovra offensiva. Inconcludente di nuovo Samba che al 53’ ha dovuto lasciare il posto a Neelakandan, Pollero ha fatto quello che ha potuto incornando una palla che si sarebbe potuta tramutare in gol (assist di Tosetti per quasi un’ora tenuto in panchina), Sauter in corsa ha cincischiato in modo ridicolo nel momento di metterla dentro. Sugli ulteriori cambi di Chacon (69’) con Benguché (non ha toccato palla) e del capocannoniere Pollero (all’84’) con Alounga è meglio soprassedere. Türkyilmaz: “Praticamente è cambiato poco o niente, si è vista un po’ più di vivacità, questo sì, ma nulla di più”. Come dire che del buon livello di gioco di cui si era parlato con il cambio di allenatore e staff nessuna traccia. Nemmeno coi subentrati il Bellinzona contro questo Vaduz, invero di modesta levatura, non è mai stato propositivo. Il motivo è chiaro, lo spiega ancora uno che di calcio se ne è fatta una bella infarinatura e ne ‘mastica’ tutt’oggi sempre: “A questa squadra manca qualità e anche un po’ di fame. Per vincere una partita come questa, contro una compagine veramente modesta, bisogna fare molto di più”. È finita 0-1, gol partita (di testa) di Wieser entrato sul campo 8 minuti prima con otto in difesa (!)a guardare! Il Vaduz secondo Bigi Meier (al Comunale per ‘osservare’ la formazione del Principato che lo Sciaffusa incontrerà nel fine settimana) ha meritato di portarsi a casa i tre punti: “Non è che abbia giocato meglio, però ci ha messo più grinta, sono stati più intraprendenti” (i ‘principini’ hanno fatto della velocità la loro arma vincente, ndr). Che dire ancora? Contro la penultima della classe si è vista una squadra senza energia, voglia e corsa.
L’appuntamento con il terzo posto è dunque di nuovo rinviato. Ma questa volta non c’entra la pioggia, il campo era in buone condizioni e la partita è stata portata a termine senza alcun intoppo. Diciamo allora che sono tre punti andati persi e domenica si andrà al Tourbillon a incontrare la capolista.
La conclusione la lasciamo naturalmente a Kubi: “Ci sono stati anche tanti errori tecnici, è stato sbagliato quasi tutto. Peccato, mi aspettavo anch’io una bella reazione, ci si poteva piazzare in alta classifica rimanendo un po’ più tranquilli dal punto di vista salvezza, pur rimanendo convinto che il Bellinzona si salverà. Sono mancati completamente gli stimoli, sabato nei 20 minuti giocati ho visto un Bellinzona diverso. Stasera hanno accettato il ritmo basso voluto dal Vaduz, alcuni giocatori non sono neanche entrati in partita” (evitiamo di fare altri nomi, ndr).
Parole chiarissime, non che sia tutto da rifare però, come fa capire l’ex bomber granata, non s’è visto assolutamente il giovamento tecnico-tattico di cui si è parlato sino all’altro ieri.