HOCKEY
Ambrì, adesso arriva il bello
I leventinesi hanno tutto da guadagnare da questi play-in
Pubblicato il 05.03.2024 07:25
di Marco Maffioletti
Dodici mesi fa la stagione dell’Ambrì si era mestamente conclusa in quel di Rappi, in una partita ormai ininfluente, con i leventinesi già sicuri di non poter approdare ai preplayoff. L’apice di quella sfida per Luca Cereda era stata la standing ovation dedicatagli dai tifosi biancoblù arrivati in massa  nel canton San Gallo. A distanza di un anno il tecnico ha potuto affrontare l’ultima sfida di regular season a Kloten con uno spirito decisamente diverso. Cereda, insieme al suo staff, è riuscito a portare l’Ambrì nei play-in terminando all’ottavo posto. Un gran bel risultato, non era per nulla evidente staccare il prezioso biglietto in questo modo. Il tecnico, grazie anche all’aiuto del nuovo arrivato Eric Landry, ha saputo con umiltà fare tesoro dell’esperienza dello scorso campionato. Il coach ha modificato un pochettino l’assetto difensivo, solo per fare un esempio, e in generale è stato bravo a gestire alcuni momenti non facili. Uno su tutti al termine della Coppa Spengler. Nonostante qualche battuta d’arresto consecutiva, il 42enne ha lasciato sempre trasparire fiducia e serenità e ha sempre manifestato tranquillità, il tutto senza tradire la sua dote di sano realista. Non si è quindi mai percepito del vero panico. Questa attitudine è stata un po’ la forza dell’intera stagione. Cereda è stato pure abile a gestire la partenza di Formenton e ad avere pazienza con Laurent Dauphin, venendo ripagato dal canadese specialmente nel finale di regular season. Lo stesso vale un po’ per Michael Spacek, giustamente protetto nel momento di difficoltà. Cereda, un po’ per necessità, un po’ per virtù, è stato inoltre bravo a lanciare e a fare progredire alcuni giovani. Ragazzi come De Luca, Landry e Terraneo, elementi promettenti e talentuosi, bravi a sfruttare la chance e a farsi trovare pronti. Insomma, Luca e il suo staff hanno lavorato bene. La squadra non ha quasi mai subito imbarcate, carattere impegno e agonismo non sono mai venuti a mancare. Questi sono gli attributi fondamentali, da lì non si scappa. Ottima anche la gestione quando in contemporanea sono arrivati Heim e Formenton. Non era facile gestire il gruppo in rapporto ai posti disponibili in attacco. Ovviamente non tutto è filato liscio. Alcuni giocatori, Heim ed Eggenberger su tutti, non hanno performato secondo le attese. Volendo spulciare le statistiche, forse l’unica nota stonata è il dodicesimo posto nella speciale classifica dedicata al boxplay. Questa verosimilmente non è una statistica che piacerà molto al tecnico. In questo campo si può sicuramente ancora migliorare, brillante invece il powerplay, il terzo migliore dell’intero campionato. Più in generale, ancora una volta si evince come la linea tra raggiungere gli obiettivi e fallirli, sia davvero molto sottile. Sull’arco delle 52 partite basta steccare 3 o 4 partite di troppo per ritrovarsi in un posto indesiderato. Il successo di oggi non è garanzia per il domani, lo dimostra il campionato di Rapperswil, Bienne e Ginevra. Tutte e tre le partecipanti alla Champions Hockey League non hanno brillato. Al contrario del Losanna, reduce da una scorsa stagione deludentissima, ma capace quest’anno di terminare al terzo posto. E ora spazio ai play-in, dove in fondo c’è tutto da guadagnare per i biancoblù. Il “dovere” è stato per così dire fatto, ora arriva il vero piacere, ovvero provare a centrare la qualificazione ai playoff.
(Foto Keystone/Kraemer)