HOCKEY
Ricordando le cose buone fatte...
I bianconeri chiudono "solo" al settimo posto ma Gianinazzi ha tanti alibi e tanti meriti
Pubblicato il 05.03.2024 07:23
di Marco Maffioletti
Delusione? Forse sì, considerando l’epilogo, con l’accesso ai playoff lì da cogliere e vedendo un Lugano praticamente tra le prime 6 per quasi tutta la regular season, ma il settimo posto conquistato dal Lugano non deve celare, rispettivamente cancellare, le buone cose mostrate dai bianconeri sull’arco dell’intera regular season. Trascinati dai vari Carr, Thürkauf e Joly, i bianconeri per lunghi tratti hanno dato spettacolo. Falcidiati dagli infortuni di lungo corso capitati a uomini chiavi, Fazzini e soci non si sono mai arresi e si sono fatti valere. Abile Gianinazzi a gestire il gruppo e la situazione. Il giovane tecnico non si è mai pianto addosso e non si è mai lamentato, anche se ne avrebbe avuto il diritto, bensì ha cercato soluzioni e ha sempre guardato in avanti senza rammaricarsi troppo della sfortuna. Ha gestito le varie situazioni come uno scafato veterano. Il suo Lugano ha appunto sfoderato un hockey gradevole.
Gianinazzi ha buttato nella mischia tantissimi giovani (Hausheer, Cormier, Cjunskis, Verboon, Canonica) e non solamente a causa degli infortuni, anzi. Qualche rammarico c’è sicuramente per le situazioni speciali. Il powerplay è solamente il decimo della lega e ha patito con il passare delle giornate diversi problemi. Pure il boxplay, tredicesimo, non è stato all'altezza della situazione. A livello individuale, la più grande e forse unica vera delusione è costituita da Arttu Ruotsalainen, una brutta copia del giocatore ammirato nella scorsa stagione a Kloten, anche se l’impegno non è mai mancato, quello bisogna pur dirlo. Gianinazzi è riuscito a plasmare un gruppo molto interessante inculcando disciplina e portando i suoi valori. Il coach inoltre ha portato una serenità in tutto l’ambiente, qualità che mancava da tempo. La via improntata è assolutamente quella giusta e la mancata qualificazione diretta ai playoff non può e non deve scalfirla. Poco importa cosa accada ora. È imperativo continuare così, spesso per progredire è necessario passare da delle sconfitte. In fin dei conti è dalle battute d'arresto che s’impara maggiormente. In fondo vale un po’ lo stesso discorso fatto per l’Ambrì. I play-in non devono rappresentare uno spauracchio, bensì un’opportunità anche per il Lugano. Tutto è ancora possibile e un Lugano in salute può tranquillamente fare paura e mettere in difficoltà tutti. Guai dunque a perdersi d’animo, l’importante è ora concentrarsi sul derby e dimenticare subito la delusione per avere mancato il top 6. Per Gianinazzi e i suoi ragazzi questa situazione sarà un ulteriore possibilità per crescere e accumulare esperienza, dopo quella della scorsa stagione. Comunque vada il primo intero campionato dell’era “Giana” sarà da giudicare in maniera positiva, poco importa cosa accadrà nel postseason. Già, perché, volenti e nolenti, bisogna avere la consapevolezza che gli avversari non scherzano e la concorrenza è agguerritissima.
(Foto Keystone/Klaunzer)