CALCIO: IERI I BERNESI HANNO FESTEGGIATO IL QUARTO TITOLO CONSECUTIVO
La gioia mesta dello Young Boys
Quarto titolo di fila per i bernesi, terzo per l'allenatore Seoane
Pubblicato il 19.04.2021 07:48
di Giorgio Genetelli
E così fanno quattro titoli di fila per lo Young Boys, tre per Gerardo Seoane. Questo è stato festeggiato nell’immenso spazio vuoto del Wankdorf, dentro una cappa di mestizia che ricorda le splendide case patrizie delle nostre valli più recondite, ormai popolate solo da pipistrelli e ratti (poveri animali quasi innominabili, come se fossero loro i responsabili dello scatafascio planetario in corso). Alla fine della vittoriosa partita che ha emesso il verdetto i festeggiamenti dei giocatori erano più vicini all’esasperazione che alla gioia. Anche fuori dallo stadio nessun assembramento, solo pochi tifosi sparsi con alcune sciarpe e qualche clacsonata sporadica più surreale che festosa. A mettersi di traverso sul cammino verso la gloria ci ha provato il Lugano, la cui solidità è durata mezzora. Una tripletta di Nsamé ha polverizzato ogni dubbio residuo sullo strapotere dei gialloneri, che da quattro anni fanno corsa solitaria.
(Del Lugano senza idee ne parleremo un altro giorno).
Questa cannibalizzazione bernese è fatta dei grandi meriti di un club ricco, organizzato e creativo, nonché impegnato anche in tematiche sociali a favore dell’integrazione e contro le discriminazioni. Nobiltà d’animo che sempre sorprende, come la versione mixata di Bella ciao che è risuonata più volte, come un inno.
Ma… E gli altri? Persi nella mediocrità di un torneo che costringe quasi tutti a lottare per la sopravvivenza economica e sportiva. Dieci squadre, e 36 turni compressi causa covid, non lasciano spazio per progetti a lungo termine e la qualità precipita. Si vedono ogni tanto sprazzi di bel gioco, intenzioni che il pragmatismo da acqua alla gola spegne però sul nascere. Lo Young Boys ha gioco facile nello stritolare la concorrenza, grazie a talento, rosa fornitissima, preparazione atletica e chiarezza di idee. Poi però, appena mette il naso in Europa sono dolori e i paragoni con le cavalcate continentali del Basilea che fu sono impietosi.
Andiamo così male all’estero che nel ranking Uefa siamo rotolati in fondo alla scala e ora rischiamo di perdere i gironi di Champions (e passi), ma pure quelli della neonata e non ancora operante Europa Conference League (nome così pomposo da suonare ridicolo, ndr), una specie di Mitropa per derelitti che non hanno diritto alla già piuttosto opaca Europa League.
Un quinto titolo allo Young Boys sarebbe un segno di sterilità collettiva, a meno che il club bernese non punti a fare davvero strada in Europa, lasciando qualcosa anche agli altri in campionato. Ma per allenarsi all’internazionalità basterà la, oddio, Super League? Crediamo proprio di no. E il ciclo vincente si fa vizioso.