CALCIO
Chiesta la prigione per Ancelotti
Il tecnico del Real Madrid avrebbe frodato il fisco spagnolo una decina di anni or sono
Pubblicato il 06.03.2024 09:39
di Red.
La Procura provinciale di Madrid ha chiesto quattro anni e nove mesi di carcere per Carlo Ancelotti, accusato di aver frodato il fisco per 1.062.079 euro negli anni fiscali 2014 e 2015.
L'allenatore del Real Madrid è accusato di due reati contro il fisco, perché nonostante lui stesso abbia dichiarato di essere residente in Spagna ai fini fiscali e abbia dichiarato che il suo indirizzo era a Madrid, ha omesso i redditi corrispondenti allo sfruttamento dei suoi diritti di immagine che aveva ceduto ad altre entità.
L'accusa sostiene nella sua denuncia che Ancelotti, concentrato in queste ore nella sfida di Champions League contro l'RB Leipzig, ha firmato il 4 luglio 2013 un contratto di lavoro come allenatore del Real Madrid per il periodo dal 5 luglio 2013 al 30 giugno 2016 "specificando nella sua retribuzione per tale periodo, oltre ad alcuni redditi da lavoro, alcuni redditi derivanti dalla cessione dei diritti di immagine al club". Inoltre, si specifica che a partire dal luglio 2013, l'imputato ha iniziato a lavorare e risiedere in Spagna, stabilendo come indirizzo e residenza abituale un immobile situato in una piazza centrale di Madrid. Tuttavia, quando il 25 maggio 2015 l'allenatore ha interrotto "prematuramente" il suo rapporto con il Real Madrid, ha affittato l'immobile fino all'ottobre dello stesso anno, cosicché nel corso del 2015 "la Spagna è stata il suo principale centro di relazioni personali e interessi economici".
L'accusa sottolinea che "al fine di evitare la tassazione sui redditi derivanti da questi diritti d'immagine", sia quelli ricevuti dal Real Madrid che da altri marchi per vari eventi, l'allenatore è ricorso a una "complessa" e "confusa" rete di trust e società interposte per canalizzare la riscossione dei diritti d'immagine. Ancelotti aveva "simulato" il trasferimento dei suoi diritti d'immagine a entità "prive di reale attività" e di capacità di sfruttamento, domiciliate fuori dalla Spagna, "perseguendo così l'opacità nei confronti del fisco spagnolo e nascondendo il reale beneficiario dei redditi derivanti dai suoi diritti d'immagine, in modo che né lui stesso né alcuna di queste società dovessero pagare le imposte sulle ingenti somme ricevute in Spagna o fuori dal nostro Paese".
Ancelotti, secondo la Procura, il 1° luglio 2013 ha firmato una scrittura privata in cui trasferiva i suoi diritti di immagine all'entità Vapia Limited per un periodo di dieci anni e un prezzo di 25.000.000 di euro. Un giorno dopo, l'entità ha nominato l'allenatore del Real Madrid come suo procuratore in carica "conferendogli i massimi poteri di azione per gestire i suoi diritti di immagine". Successivamente, in data imprecisata, è stato formalizzato un addendum all'accordo che ha modificato la durata dell'accordo, riducendola a tre anni, e il prezzo di acquisto dei diritti d'immagine, riducendolo a un milione di euro.
Ancelotti, secondo la Procura, ha presentato in tempo la dichiarazione dei redditi per l'imposta sul reddito delle persone fisiche, in cui ha dichiarato il suo status di residente in Spagna e ha indicato solo i redditi da lavoro personale percepiti dal Real Madrid. Tuttavia, "ha omesso qualsiasi reddito corrispondente allo sfruttamento dei suoi diritti di immagine (...) arrivando così a dichiarazioni fiscali negative" con un saldo negativo di 39.575 euro nel 2014 e di 529.076 euro nel 2015, importi che gli sono stati restituiti dall'Agenzia delle Entrate in entrambi i casi.
La Procura precisa che i proventi derivanti dalla cessione dei diritti d'immagine hanno rappresentato un reddito di 1.249.590 euro nel 2014 e di 2.959.768 euro nel 2015, senza che né Ancelotti né le altre due entità abbiano pagato le tasse su questi importi.
(Foto Keystone)