CALCIO
La crisi ora è aperta
Alessandro Iacobucci: “Se continuiamo così finiremo con il piangere”
Pubblicato il 10.03.2024 08:02
di Enrico Lafranchi
Contro lo Stade Nyonnais il Bellinzona cercava la vittoria che gli avrebbe dato una certa tranquillità. Il tanto atteso gol non è però arrivato nemmeno nella gelida serata che ha fatto precipitare anche il numero degli spettatori (neanche mezzo migliaio). In altre parole i granata non sono riusciti a cancellare la batosta del Tourbillon, anzi se non fosse stato per Iacobucci (che ha parato anche un calcio di rigore) saremmo qui a tirare insieme una mezza dozzina di reti.
Questa sconfitta, comunque pesante (vedasi la classifica) induce a qualche riflessione. La squadra è senza idee (costruzione del gioco lacunosa) e manca di energie. Ha incassato il primo gol in inizio di partita (non è la prima volta) e il secondo nei minuti di recupero. Nessuna reazione, nessun forcing finale (al contrario dei vodesi che hanno raddoppiato nei minuti di recupero!). Di tiri in porta se ne sono visti un paio (uno solo nel primo tempo, di Samba alla mezzora a chiamare in causa il loro portiere poi rimasto fino al 96’ a… gelare dal freddo), passaggi sbagliati in serie (mai una volta più di due), contrasti persi (vero Mahmoud?), palle perse in continuità, e chi più ne ha più ne metta. Ad indispettire la sparuta platea (che i B’zona Boys 2005 a un certo momento hanno cercato di vivacizzare e ‘colorizzare’) sono stati i tiri alle stelle di tutti coloro che si sono, per così dire, cimentati in quella che è ormai diventata una vera e propria ‘impresa’). Senza insinuare niente, in questo inizio d’anno il gioco ha subìto un’involuzione (lo testimoniano i risultati) al punto che bisogna porsi delle domande. Dovremmo stare qui a dire ancora una volta che manca di qualità questo Bellinzona?
La squadra sta evidentemente vivendo un periodo di grande difficoltà (“Dobbiamo dare ancora di più, dobbiamo continuare a lavorare, lavorare, lavorare – ci dice Hugo Lamy – è necessario fermarci un attimo e ragionarci sopra”. Qualcosa forse non funziona più all’interno dello spogliatoio? L’ex PSG (ha giocato sui suoi livelli abituali, voto 4) rassicura: “Lo spogliatoio è compatto”. Un bell’enigma! Senza dare colpa a nessuno, a incidere negativamente sono quei giocatori che non rispondono di sicuro ai piani di rafforzamento che si è creduto bene di ‘concretizzare’ durante il mercato invernale. A creare delle ‘ombre’ adesso c’è anche l’allenatore. Benavente ha trovato il modo di beccarsi di nuovo un giallo e subito dopo il cartellino rosso alla fine del primo tempo. Dispiace dirlo ma lo spagnolo non è da esempio per i giocatori, finisce con trasmettere loro il suo nervosismo (nel secondo tempo a guidare la squadra è stato il preparatore atletico Diego Megias). Troppi ammonimenti, troppi falli (il rigore è stato provocato da Centinaro entrato appena 10 minuti prima).
La crisi è ora aperta. Lo Stade con un gioco semplice ma redditizio ha spazzato via una squadra che si è faticato a ‘leggere’ sin dal calcio d’avvio: Chacon centravanti a vedersela con degli ‘armadi’ della statura di Sow (198 cm) e Petit (194), Tosetti che non torna in campo nella ripresa (che cosa sia successo al capitano, l’unico a non buttare palloni alle stelle, non ci è modo di saperlo). L’apporto di Benguché (voto 3) e Alounga (idem), entrati a partita in corso è stato nullo. Scarso anche il rendimento, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, di Samba (3).
Poteva finire peggio. Iacobucci (voto 5) ha evitato almeno tre/quattro altre palle gol, i vodesi hanno anche colpito una traversa. Il ‘portierone’ è stato complimentato a fine partita dal loro allenatore Caschili! Oltre a sventare una dozzina di minacce (in un paio di occasioni aiutato da Lamy e Dixon, voto 4 anche all’ex Chiasso) ‘Iaco’ ha praticamente diretto dai pali la squadra (Benavente non si è mosso dalla panchina, stranamente non lo si è mai sentito ‘gridare’ come è solito fare. Salvo poi dare un calcione a un cartellone e prendersela con l’arbitraggio (poco importa se con l’assistente, l’arbitro o il quarto uomo). Iacobucci (mancato ‘eroe’ solo perché non si è vinto) fa buon viso a cattivo gioco, preferisce ‘saltare’ l’ostacolo: “Sinceramente detto non è mio compito di urlare come succede in tutte le partite… Ora siamo in difficoltà, dobbiamo ripartire. Il rigore? Si è trattato di una parata normale, abbiamo perso, la prestazione singola non serve”. Che cosa vi è mancato stasera? “Cattiveria, personalità, praticamente tutto. Dobbiamo ‘scavare’ dentro di noi, diversamente la vedo dura. Rischiamo di buttare alle immondizie tutto il lavoro fatto durante 4-5 mesi e finire la stagione piangendo”. 
Troppi giocatori continuano a non fare sentire la loro presenza. Alcuni sono letteralmente scomparsi dalla scena (non giocano più, apparentemente sono stati messi da parte), qualcun altro è probabilmente fuori fase. Intanto Sciaffusa, Vaduz e Baden hanno conquistato ciascuno  un punto, venerdì si va sulle sponde del Reno mentre gli argoviesi hanno dalla loro il derby (e lo Stade farebbe un favore al Bellinzona andando a vincere nel Principato). Il finale di campionato rischia di essere bollente. Esattamente come un anno fa.
(Alessandro Iacobucci, nella foto Putzu)