LIBRI
Imprese... a ridosso della frontiera
Leonardo Gobbi ha scritto un libro sull'hockey e ha dedicato un capitolo all'Ambrì
Pubblicato il 12.03.2024 08:13
di Silvano Pulga
Con Leonardo Gobbi abbiamo in comune la passione per lo sport, il luogo di nascita e un'esperienza lavorativa che chi vorrà leggere il libro scoprirà. Sapere, quindi, che aveva deciso di ricavare un libro dal suo blog Sarcasmo non richiesto ci ha fatto indubbiamente piacere: se è vero che esistono tanti libri di sport, lo è anche che di hockey, in italiano, si è scritto pochino. E, pur essendo noi tifosi di una squadra del nostro Cantone, ma certamente non con le competenze per poterne scrivere, abbiamo letto con piacere queste pagine, e incontrato l'autore per parlarne con lui.
EdS: Per rimanere in tema di citazioni cinematografiche, mia figlia, da bambina, mi chiese di portarla a vedere "Up" perché era "Una storia d'amicizia". Questo libro lo è, tant'è vero che viene specificato nel sottotitolo. Perché la scelta di passare dal blog al libro?
LG: “Sulla prima parte della domanda ti rispondo con una citazione di “Fandango” (1985), uno dei migliori film sull’amicizia: 'A tutti noi per Dio! A noi, a Dom e ai privilegi della gioventù! A quello che siamo e a quello che eravamo.... E a quello che saremo!'. Dal blog al libro per due motivi. Da un lato sono nato nel 1970, faccio parte di una generazione che subisce il fascino materiale di un libro molto più di altri medium virtuali. Dall’altro durante il lockdown del 2020 per la pandemia ho avuto tempo libero e tantissimo materiale già scritto sul blog, che esiste dal 2013; si trattava di sistemarlo in un testo coerente."EdS: Hai provato a fare della divulgazione hockeistica, all'inizio: qua in Svizzera serve poco, ma oltre confine è cosa buona e giusta, direi, visto che l'hockey in Italia è poco seguito e praticato. Credi sia dovuto alla sua scarsa diffusione sul territorio della Penisola?
“Sicuramente. Il problema in Italia è la concentrazione dei club lungo l’arco alpino e prealpino. Ma si fa troppo poca promozione e da cui deriva un’irrisoria visibilità mediatica. Ci sono sport minori che trovano sempre più spazio in televisione (che sia digitale, satellitare o streaming online), l’hockey non sembra riuscire a rendersi altrettanto attraente. Se ti trasmette, forse, solo qualche rete locale, ti vede un pubblico limitato, oltre il quale non esisti. D’altro canto i sono leghe e discipline incredibilmente noiose che hanno successo perché si indottrina il pubblico in un infinito “Truman Show” sportivo. Purtroppo, visti i numeri che fanno, come pubblico, sponsor e merchandising, hanno ragione quelli”.
EdS: Milano ha una tradizione hockeistica che, quest'anno, ha compiuto cent'anni. La squadra, tuttavia, non esiste più, e nel libro spieghi cos'è successo. Eppure se solo un quarto dei visitatori del tuo blog venisse a vedere le partite, basterebbe e avanzerebbe...
“E’ un discorso, circoscritto a Milano, collegato alla risposta precedente. Come si può anche solo immaginare di coinvolgere qualche imprenditore a investire in un club di hockey se oggi, in città, manca un palazzetto con una pista stabile per la pratica amatoriale e agonistica degli sport del ghiaccio? Se devo aprire una pizzeria, non mi cerco gente al primo anno dell’alberghiero che non ha mai fatto una pizza in vita sua, e che neanche sono sicuro gli piaccia prepararne.”
EdS: Hai dedicato un capitolo del tuo libro all'Ambrì. Nel libro spieghi perché. Vuoi anticipare qualcosa?
“Esistono altre squadre in Svizzera? Scherzo! L’Ambrì è il ricordo dei miei sabato sera da bambino che, con i miei fratelli guardo Scacciapensieri e poi Sabato Sport sulla RSI. L’Ambrì è la sola squadra svizzera per la quale, per carattere e cultura, avrei mai potuto fare il tifo: autarchia, antagonismo e outsider sono tra le mie parole preferite e connotano perfettamente il club. L’Ambrì è la leggenda della Valascia e la mia prima partita dal vivo di Champions Hockey League in trasferta con la squadra”.
In definitiva, Imprese si rivolge agli appassionati di hockey, ma non solo: chi ne capisce poco avrà la possibilità di avvicinarvici. Inoltre, si parla (ovviamente) di Milano, che l'autore svelerà com'è realmente a chi ci è solo stato, e per questo crede di conoscerla. Mentre, al contrario, per dirla con Sandrone Dazieri, "(...) Milano non piace quasi a nessuno di quelli che ci vivono. Non amano il ritmo che li spinge sempre di corsa (...) Non capiscono che Milano non è una città, ma un grumo di lava che ha subito tutte le Furie. Che è sterile, come il deserto, e per starci bisogna essere attrezzati. Che non è adatta ai dilettanti.”  E, forse, è per questo che, tutto sommato, le vogliamo bene, anche se preferiamo farlo da lontano, quando possibile.