Gli
spagnoli sono sicuri, lo descrivono come un fenomeno. Sono certi che
sarà, per molti anni, uno dei centrali più forti al mondo. Il Barca
ha passato il turno, ha eliminato il Napoli, si è qualificato dopo quattro anni per i quarti
della Champions, lontano dal suo stadio, nell'impianto del Montjuic.
I Blaugrana sono ancora vivi, il club aveva bisogno di una scossa, la
vittoria dà una boccata di ossigeno sportivo ed economico. Il
progetto Xavi sta per finire, ma dal paventato disastro si può
passare alla speranza. L'allenatore non ha esitato e ha deciso di
giocarsela con i giovani, viste le tante assenze. Il protagonista
assoluto è stato Pau Cubarsì che conta solo 17 anni e spiccioli di
giorni, ha iniziato la stagione nella Youth League e ha proseguito
marcando, molto bene, Osimhen, mica uno qualunque. Il suo esordio è
stato spettacolare, partita impeccabile, quasi perfetta, e
inevitabile la nomina come miglior giocatore della partita. Il suo
attuale compagno di reparto, l'uruguaiano Araujo, lo ritiene un
“talento spettacolare”, una sicurezza. Xavi sostiene che
il “suo lancio palla è impressionante”, si muove,
nonostante la sua giovane età, con “la calma necessaria per
generare giocate offensive efficaci”, in sintesi “gioca
con senso, è un ragazzo molto razionale, è meraviglioso”. La
squadra era in emergenza, è bastato buttare un occhio nella Masìa e
la soluzione è arrivata, come sempre. I tecnici lo descrivono come
un centrale dai piedi raffinati, ma dotato, in modo particolare, di
una grande intelligenza tattica. E poi non ha paura, ha saputo,
almeno per il momento, bruciare le tappe. Se non avesse fatto il
calciatore si sarebbe occupato di falegnameria. Per anni si è
alternato tra il pallone e l'azienda di famiglia, che si trova nei
pressi di Girona. Ha sempre dato una mano al padre, ma poi il calcio,
la sua grande passione, lo ha travolto e non poteva essere
altrimenti.
(Nella foto Keystone/Monfort, Cubarsi con Araujo)