Automobilismo
Largo ai giovani
I giovani talenti ci sono e meritano una maggiore considerazione
Pubblicato il 18.03.2024 07:57
di Anais Cornolti
La concorrenza per ottenere un posto nella Formula 1 inizia presto e i piloti aspiranti lo sanno bene. Negli ultimi tempi, abbiamo assistito all'emergere di numerosi giovani talenti, alcuni dei quali hanno brillato, sostituendo piloti più navigati, l'esito è stato inatteso. Pensiamo a Liam Lawson, che l'anno scorso ha preso il posto di Daniel Ricciardo, e più recentemente alla strabiliante performance di Oliver Bearman. Le loro prestazioni hanno catturato l'attenzione, alimentando la speranza di vederli sfidare i migliori nella massima categoria, specialmente considerando che alcune guide sembrano essere occupate in modo “ingiusto”. Forse è giunto il momento di rivalutare l'importanza di mantenere piloti veterani in squadra, quando non riescono a ottenere i risultati preventivati. Tradizionalmente, si è creduto che le scuderie dovessero privilegiare piloti esperti per evitare danni costosi alle vetture soprattutto in team con budget limitati, dove l'obiettivo principale è evitare danneggiamenti durante le prove e le gare. Tuttavia, il sorprendente rendimento delle giovani riserve ha messo in discussione questo principio. I risultati sono l’unica cosa che conta e se questi non arrivano è giusto mettere tutto in discussione. Soprattutto quando un contratto con un pilota navigato è nettamente più oneroso rispetto a quello di un giovane pilota. Insomma, potrebbe essere il momento di aprire le porte a nuovi talenti, permettendo loro di emergere più facilmente dalle categorie minori, facilitando l'accesso alla Formula 1. Chissà, potremmo assistere all'affermarsi di un nuovo fenomeno, proprio come accadde con Max Verstappen, che dimostrò il proprio valore raggiungendo il podio a soli diciotto anni con la Red Bull, nonostante la sua giovane età e la sua relativa esperienza.