Calcio
Voi non sapete chi sono io
Massimiliano Allegri accetta solo domande pertinenti
Pubblicato il 18.03.2024 08:30
di A. L.
Il principio ordinatore di Massimiliano Allegri è la sicurezza nelle sue capacità. Non ha dubbi circa le sue potenzialità. Sul suo vessillifero è stampata la seguente frase: Io ho ragione. Si sente tra i migliori. Esibisce i suoi risultati. A Torino ha vinto uno scudetto dietro l'altro, dominando gli avversari e guardando tutti dall'alto in basso. Gestiva una squadra forte e possente, come da tradizione nella storia dei piemontesi. È stato richiamato da Madama per ristabilire l'ordine e porre un rimedio a gestioni tecniche precedenti, ritenute caotiche. Ha un contratto oneroso. I media lo hanno sempre trattato con deferenza e rispetto. Lui parla e il contesto deve ascoltare. Le sue metafore sono considerate icastiche e rappresentano cinicamente il suo pensiero: “corto muso”; “guardie e ladri”. Ogni anno, a partire anche dal suo secondo mandato, la sua Juve è stata inserita tra le favorite per vincere il titolo. L'inizio della stagione è stato promettente, i risultati arrivavano, nonostante l'assenza di gioco. Poi tutto è precipitato: l'Inter è scappata e pure il secondo posto si è allontanato. La polemica è scoppiata dopo Juve-Genoa. Intervistato da una tv storicamente amica, il nostro non ha gradito le velate ed educate critiche. Mister mille punti ha spiegato: “I giornalisti non devono capire, ma solo fare domande”. La sua tesi non ammette repliche: i giornalisti non sanno come “si fa l'allenatore”. I loro commenti, le loro analisi, le loro interpretazioni mancano della necessaria competenza. E anche le domande devono avere il crisma “dell'intelligenza”. Il livornese, riferendosi sempre a i giornalisti, è perentorio: “L'allenatore sono io, non potete giudicare il mio lavoro”. Lui “non è un politico” e poco gli interessa “andare dietro al pubblico”. Allegri è un pragmatico, le discussioni le ritiene speciose, conta il risultato. È strapagato per riportare la Juve in Champions, il resto sono dettagli. E poco importa chi non capisce: si deve adeguare.
(Foto Keystone/Bregani)