CALCIO
Quando l'uomo arriva prima del calciatore
Mario Gavranovic ha spiegato i motivi del suo ritorno in Ticino
Pubblicato il 21.03.2024 09:43
di Red.
Mario Gavranovic ha parlato, dopo un silenzio che durava da qualche mese. L'ex attaccante della nazionale ha messo fine alla sua carriera internazionale in un modo decisamente atipico, che aveva aperto le porte a chissà quali sospetti. E invece, dietro questa decisione, c'è soltanto la scelta di un uomo che deve far fronte ai problemi che molti, prima o poi, hanno nella vita.
Ecco che dal silenzio, al "sì, sono pronto a parlare", il passo può essere breve. 
L'attaccante, ora in forza al Mendrisio, spiega però subito che potrebbe dover appendere presto gli scarpini al chiodo.
"Il mio corpo sta lanciando segnali inequivocabili. Spero di poter aiutare la squadra sino al termine della stagione. Oltre, invece, credo che non sarà possibile ».
Vedremo. Intanto da un lettino di fisioterapia, nello studio del fidatissimo Maragliano, dove lo abbiamo incrociato qualche giorno fa, lui non vuole ancora arrendersi. E tra qualche smorfia di dolore, si sottopone alle terapie per potar tornare al più presto in campo.
Ieri però, per la prima volta e l'ultima volta, ha voluto spiegare il suo ritorno in Ticino e in pratica, l'addio al calcio di alto livello.
"Il mio ritiro è stato dettato da ragioni private, di natura familiare. Al termine della scorsa estate ho avviato la procedura di divorzio da mia moglie. E se ho deciso di fermarmi il motivo è quindi solo uno: mia figlia, la persona più importante. Ha iniziato l’asilo ed è diventata la priorità. Lasciare di nuovo il Ticino non era più un’opzione».
Si era parlato anche di un possibile interesse da parte del Lugano, ma Gavranovic chiarisce:
«Mi sarebbe piaciuto chiudere il cerchio laddove tutto è iniziato, ma già in maggio, il club bianconero mi ha fatto capire che non sarebbe stato il momento opportuno. Una posizione che capisco e rispetto"
E una volta smesso di giocare a Mendrisio cosa farà? Probabilmente la cosa che ha sempre fatto, ossia restare nel mondo del calcio.
"Ho iniziato i corsi per diventare allenatore. L’iter è piuttosto lungo, ma io in ogni caso non ho fretta. Dopo tanto girovagare per il mondo non avverto l’urgenza di affrontare una nuova avventura professionale. Sono felice di potermi dedicare appieno alla vita da papà e pure di prendermi un po’ di tempo per me stesso».
(Foto Keystone/Trezzini)