IL LUGANOLOGO
È questo il Lugano che vogliamo!
I bianconeri, domani sera in casa, non devono fallire l'occasione di pareggiare la serie
Pubblicato il 21.03.2024 15:49
di Doriano Baserga
Lo avevamo detto. Era l’ultima possibilità. Non a livello contabile, ovviamente, come qualcuno non ha voluto capire, ma la sfida di ieri sembrava chiaramente uno spartiacque.
Reagire per restare vivi o soccombere e morire. E il Lugano ha scelto la prima opzione. Fortunatamente.
Finalmente i bianconeri hanno giocato da squadra vera, da gruppo unito, tutti per un obiettivo: quello di restare aggrappati a questi playoff.
Bisognava tirar fuori l’orgoglio e i ragazzi l’hanno fatto. Nel momento giusto, quando le cose si possono ancora sistemare.
E il Friborgo, che nelle prime due partite sembrava inarrivabile, è sembrato meno imbattibile. Certo, la squadra di Dubé resta molto forte, ma questo Lugano, quello di ieri sera, non è così lontano. Anzi, forse è molto vicino.
E anche le scelte di Gianinazzi sono sembrate più logiche, sicuramente vincenti. A partire da quello Schlegel in porta, che ha tirato fuori una prestazione a dir poco spettacolare.
E cosa dire di Ruotsalainen, che stamattina tutti i media hanno celebrato dopo un’annata decisamente sottotono? La speranza è che con quella bellissima rete, Re Arttu si sia definitivamente svegliato.
Domani però è un altro giorno e ci sarà bisogno di tutto l’amore della nostra pista. La Cornèr Arena dovrà ribollire di passione come ai vecchi tempi.
Non ci saranno Sörensen, Sprunger e Quenneville, tutti giocatori di esperienza che si sono fatti sopraffare dal clima della partita. Perdere i nervi in queste circostanze, ancorché non giustificato, può capitare. Non dovrebbe, ma ripetiamo, può capitare.
Ecco, domani sera bisognerà mantenere i nervi saldi, giocare una partita con la testa, ragionando su ogni cambio e con ogni disco.
Vincere vorrebbe dire riportare la serie in parità e mettere decisamente sotto pressione il Friborgo. È un’occasione da non lasciarsi sfuggire. Non coglierla sarebbe un vero peccato.
(Foto Keystone/Anex)