“Blättler lo ricordo da
giocatore elegante, sul campo amava combattere fino in fondo, finché aveva aria
nei polmoni, in punta di anima. Non sono trascorsi tanti anni da quando lo
avevo incontrato a Tenero, sorridente e cordiale. Una gran bella persona”.
Sono parole di Dario Zanetti (ex dirigente ACB) che si emozionava nel vederlo
giocare con la maglia della Svizzera: “I suoi gol erano spettacolari, ci entusiasmavano
anche quando ce li dovevamo gustare sul piccolo schermo”.
Rolf era nato a Uster il 24
ottobre 1942, i primi calci al pallone li aveva dati su un prato vicino a casa
sul quale sarebbe poi sorto l’Altenburg (stadio del FC Wettingen). La sua
scomparsa ha addolorato tutto il mondo sportivo. Era molto amato anche in
Ticino, non solo per avervi giocato e allenato. Come testimonia l’amico Zanetti,
l’ammirazione per Blättler è sempre stata autentica, incondizionata, sincera: “Per
il suo carattere, la sua serietà, l’impegno che ha esercitato, con severità e
finezza anche nel calcio”.
La stampa romanda lo aveva
definito “footballeur de charme” all’immagine di Koblet, guarda caso (Hugo
era il ‘pédaleur…”) anche lui originario di Uster: “Il trio
Odermatt-Blättler-Kuhn costituisce la linea mediana più famosa del calcio
elvetico dopo quella di Springer-Vernati-Lötscher: questo ‘triunvirato’ è di
valore europeo!” (L’Equipe de Suisse). Stranamente Blättler è sempre
rimasto fedele, salvo la parentesi di due anni col Lugano (finale di Coppa 1971
persa contro il Servette) a compagini della Svizzera tedesca: nell’ordine Wettingen,
Grasshopper, Basilea, San Gallo, Lucerna. In carriera ha segnato qualcosa come
174 reti, oltre alle 12 in rossocrociato (oggi siamo nostalgici un po’ tutti di
certi suoi gol…).
Goleador con la maglia del GC
per tre anni di fila (1965-66-67) in un’epoca di super bomber (da Künzli a
Peters, da Theunissen a Martinelli, a Vincenzo Brenna…), sua la doppietta che
stese la Francia a Basilea nel 1970 e il gol dell’1-1 al Wankdorf contro gli
azzurri. Ma a dati e statistiche preferiamo ricordarne la persona affabile,
cortese, aperta e quella di un calciatore di classe cui è stata negata, malauguratamente,
la soddisfazione di partecipare a un Mondiale e un Europeo. “Blättler al di
là di tante belle soddisfazioni ha purtroppo dovuto ingoiare delle pillole
amare”.
Da giocatore-allenatore, allo
stadio del Lido nella stagione 1980/81 aveva festeggiato la promozione dopo un
interminabile periodo trascorso dalle ‘bianche casacche’ in Prima divisione. Venne
portato in trionfo in una Piazza Grande gremitissima, scoppiettante di
entusiasmo. Sintetico questo titolo: “Blättler eroe, Locarno in B!”. Rolf
non si era però sentito un ‘eroe’. Aveva replicato: “Il merito è tutto dei
giocatori e della società”. Per il Locarno la promozione fu benefica. A
distanza di sei anni da quell’exploit gli si spalancarono, con Toni Chiandussi,
le porte della serie A.
Ma questa è storia del
passato. Il presente ci dice che Rolf, uomo dotato di una grande forza di
volontà, ci ha lasciati la scorsa settimana. Sono lacrime di dolore per sua
moglie Carla, le figlie Andrea, Brigitte e Bettina, i nipoti Marc, Alex, Robin,
Mirko e familiari. In questo momento di comprensibile tristezza lo ricordiamo
con affetto. Rolf amava il Ticino, rimarrà vivo e presente nel cuore di chi ha
avuto la fortuna di conoscerlo.
(Foto Keystone)