CALCIO: CHALLENGE LEAGUE
“Siamo una piccola che vuole tornare tra le grandi”
Intervista a Philipp Bonorand, presidente dell’Aarau
Pubblicato il 21.04.2021 10:11
di Giacomo Notari
Terzo in classifica, unica squadra di Challenge League in semifinale di Coppa e rosa con nomi prestigiosi: l’Aarau di quest’anno non scherza, nonostante il 7-0 incassato ieri a Wil. La clamorosa sconfitta nello spareggio dell’estate di due anni fa contro il Neuchâtel è ormai un semplice ricordo, e il club dello storico Brügglifeld sembra quasi pronto a tornare tra le grandi. È stato proprio il presidente della squadra argoviese, Philipp Bonorand, a parlarci della bella situazione attuale, degli obiettivi sul medio e lungo termine, e del potenziale stadio nuovo.
Vista la rosa competitiva che avete, la promozione era un obiettivo ad inizio stagione?
"No, il nostro obiettivo era di chiudere tra le prime cinque. Non bisogna dimenticare che quest’estate abbiamo cambiato allenatore e abbiamo ringiovanito la rosa. Volevamo lasciarci un po’ di tempo. È chiaro che vorremmo tornare su presto, ma quest’anno non era la priorità né l’obiettivo".
Ora però non siete così lontani dal secondo posto, lei ci crede?
"Sì, ovvio. Due anni fa avevamo più o meno lo stesso distacco con il Losanna e abbiamo centrato lo spareggio. Quindi perché no. Ma anche se non succede non sarà un dramma, visto che l’obiettivo era costruire la nuova squadra. L’anno prossimo però sarà senz’altro un obiettivo".
Essere in semifinale di Coppa invece come la fa sentire?
"È una bellissima storia. L’ultima volta che eravamo stati in semifinale era sedici anni fa, proprio contro il Lucerna. Ultimamente non avevamo fatto bella figura in Coppa. È una gioia essere così vicini alla finale".
A questo punto cosa manca all’Aarau per compiere quell’ultimo passo che gli permetterebbe di essere una big?
"Abbiamo accumulato esperienza ma facciamo ancora errori e lasciamo lì troppe occasioni da gol. Siamo quelli con più palle gol del campionato, ma non quelli con più gol fatti… Potremmo anche sicuramente migliorarci sostituendo dei giocatori ruolo per ruolo".
E per migliorare fuori dal campo invece, lo stadio nuovo è un obiettivo?
"Sì, un nuovo stadio è molto importante per l’Aarau. È un progetto che abbiamo portato avanti diverse volte ma ogni volta qualcosa ci bloccava, e ora siamo in ritardo. Ne abbiamo senz’altro bisogno se vogliamo tornare in Super League. Il Brügglifeld va bene in Challenge League, ma sul lungo termine non basta sicuramente per tenere testa ai migliori club della svizzera".
È vero che si erano opposti al nuovo stadio nuovo proprio dei vicini?
"Sì, si sono lamentati alcuni vicini della zona dove è previsto lo stadio nuovo. C’è gente in città che non lo vuole, ed è normale che alcuni abbiamo un opinione diversa. Però la maggior parte dei cittadini di Aarau lo vuole. Il progetto è passato ben due volte con il 60%, ma per ora la trattativa è ferma in tribunale".
Rispetto al calcio svizzero invece, pensa che una Super League a 12 lo renderebbe più competitivo?
"Certo. L’anno scorse abbiamo votato a favore ed abbiamo sostenuto questa iniziativa. Passare a dodici è qualcosa di cui si a bisogno, è davvero necessario. E poi sarebbe una bella cosa vedere più regioni rappresentate nel massimo campionato. Accoglieremmo sicuramente un campionato a dodici con molto piacere".
Invece avete un modello di squadra in Super League di cui ispirarvi?
"Abbiamo la nostra identità che rappresenta già qualcosa per noi. Siamo l’Aarau e giochiamo il nostro calcio offensivo. Non siamo uno squadrone come lo Young Boys o il Basilea, ma siamo un piccolo club che vuole tornare tra i grandi".
Le prossime settimane ci diranno se l’Aarau è capace di giocarsela con Thun e Grasshopper per la promozione in Super League. Ma soprattutto, tutti gli occhi saranno puntati sulla coppa svizzera ad inizio maggio, per vedere gli argoviesi compiere, forse, un impresa maiuscola.