SCI
I paperoni delle nevi
Ecco le cifre di chi vince di più nel mondo dello sci: da Gut-Behrami a Odermatt...
Pubblicato il 26.03.2024 08:14
di Giorgio Keller
Quando gente come Marco Odermatt o Lara-Gut-Behrami domina una stagione di sci come quella che si è appena conclusa, logicamente si ritrova in testa anche alla classifica che riguarda i premi gara, il price money standing che si trova sul sito della federsci internazionale FIS.
In linea di massima, una vittoria in Coppa del Mondo vale 47 mila franchi svizzeri che si raddoppiano per le gare di Kitzbühel mentre raggiungono 58 mila negli Stati Uniti. Questo per quanto riguarda Odermatt, parità di salario in campo femminile… che però non ha la possibilità di cimentarsi a Kitzbühel.
Con 13 affermazioni e altri sette podi, Odermatt ha scalato i gradini del podio in oltre la metà delle corse e si assicura in totale 810 mila franchi svizzeri. Lontano il secondo, il suo rivale diretto in discesa, il francese Cyprien Sarrazin (365'500) e il terzo, Manuel Feller (317'050). Il romando Loic Meillard, con due vittorie e altri cinque podi, segue a quota 287'500.
Al calendario di Lara Gut-Behrami potranno mancare le prove di Kitzbühel, ma 574'200 franchi di premi gara non sono per nulla male, grazie a otto vittorie e altrettanti podi, sapendo, però, che il price money “paga” fino al ventesimo posto. Michael Shiffrin la segue da vicino (557'000) ma va detto che l’americana ha saltato diverse gare, mentre a Federica Brignone vanno 484'000 franchi. Michelle Gisin ha raccolto 11’6325 franchi, Jasmine Flury (un primo e un secondo posto) 83'750.
A chi ora pensa che i signori dello sci si mettano in saccoccia tutti questi soldi, bisogna ricordare una cosa. I premi gara sono cifre al lordo di tasse, cioè da nazione a nazione viene detratta l’imposta alla fonte che può essere recuperata attraverso la dichiarazione d’imposta, un iter procedurale spesso lento, in salita, al contrario di attori e attrici che gareggiano in discesa e lo fanno in fretta...  
Al di là dei premi gara, tutti dispongono di contratti dei fornitori (sci, scarponi, attacchi, occhiali, bastoncini), ai quali però piace soprattutto l’immagine del corridore sul podio con relativa proiezione mediatica e dunque le entrate sono dettate, anche qui, dal successo.
Aggiungiamo lo sponsor personale – quello sul casco – e di qualche altro contratto “immagine”. Un’ulteriore scala premi è quella della federazione, federazione che copre i costi di gestione della squadra (quadri tecnici, allenamenti) e che per le gare di Coppa del Mondo è invitata dagli organizzatori.
Da qualche decennio sono di moda le squadre “private” all’interno della federsci nazionale, come quello di Lara Gut-Behrami che però deve sobbarcarsi i costi dell’entourage che la segue da vicino che non è al soldo della federazione. Una specie di “Sagl” a conduzione familiare.
Sarà vero che correre sugli sci possa riempirti le tasche, ma la condizione primaria è quella di vincere – il che non è da tutti. Da non sottovalutare i costi che si sostengono fino a ad arrivare per così dire al cancelletto di partenza, che sia lo sci, l’automobilismo o il tennis. Tra chi ci legge, alcuni sanno di che cosa parliamo.
(Foto Keystone)