Tennis
Il segreto di Sinner
Il tennista si allena come se fosse un pilota di Formula 1
Pubblicato il 27.03.2024 07:27
di A. L.
Sinner ha conquistato l'Italia. L'altoatesino riunisce nel tifo, per le sue imprese, tutta la penisola. Ora l'intento è quello di sapere tutto del personaggio, interessa l'atleta e l'uomo. Ogni suo gesto viene descritto, analizzato e interpretato. Lo sport moderno ha bisogno e celebra l'eroe. L'atleta capace di imprese straordinarie, che concupisce, ammalia e trasporta verso di sé l'appassionato e non solo. È il nuovo “divo”, nell'immaginario collettivo è un'icona popolare, altro che attori o musicisti. Il campione fa sognare e costituisce una testimonianza esemplare. Di Sinner si vuole conoscere tutto, parole, gesti diventano argomenti di discussione. Piace Jannik gentiluomo. Eccolo a Miami, durante il match contro l'australiano O'Connell, assistere perentoriamente uno spettatore, che si era sentito male per il clima torrido. A Indian Wells, durante l'interruzione per pioggia, ha preso e tenuto un ombrello per riparare una raccattapalle. Sempre a Miami si è “seduto” per fare qualche scambio con Alfie Hewett, autentica leggenda del tennis in carrozzina. Una macchina in campo, ma pensante e umana. La sua crescita è anche attribuita alla cura “dell'aspetto mentale”. Da anni si affida a Riccardo Ceccarelli, è un medico dello sport che dirige una struttura Formula Medicine, dedicata alla psicologia nello sport. Ha seguito: Senna; Verstappen; Alonso; Leclerc; Ricciardo. La tecnica è quella del “self awareness”, ossia conoscere sé stessi: individuare il momento e sapere agire di conseguenza. La mente non è ritenuta una variabile incontrollabile, ma un fattore che può essere gestibile. Si allena: la concentrazione; la capacità di controllare l'emozione. È l'atavica impresa: mettere in sincrono cervello e muscoli. Sinner si prepara come un pilota. Ceccarelli afferma che il tennista è migliorato “perché è disposto a mettersi in discussione per raggiungere i suoi obiettivi”. Il lavoro riguarda la “gestione dell'automatismo” e la “elaborazione cognitiva”, si tratta dell'istinto della giocata e della decisione della tattica da utilizzare. Lo descrive come un propositivo non cede “alla frustrazione che è umana”, la “smaltisce in poco tempo”. Lo specialista è sicuro: “Non esiste una formula magica. La strada verso il successo non è fatta di scorciatoie. Il lavoro su noi stessi ci migliora. Non solo nello sport, ma anche nella vita”.
(Foto Keystone/Di Marco)