Calcio
Sogna, ragazzo, sogna
Le speranze di Samuel Molnar: difensore del Vedeggio
Pubblicato il 27.03.2024 07:14
di Angelo Lungo
Samuel Molnar ha 21 anni, ha origini italiane e ungheresi, è un ragazzo dallo sguardo perspicace, scruta l'orizzonte sperando. Non teme la vita, la vuole esplorare. La sente come una promessa e non come una minaccia. Il suo presente lo percepisce come proiezione nel futuro. Forse rammenta le parole di una canzone di Vecchioni: “Non è vero che la ragione sta sempre col più forte. I poeti spostano i fiumi con il pensiero”. Samuel è un difensore centrale, gioca nel Vedeggio in Seconda Lega. E sogna in grande.
La passione per il calcio.
“Me l'ha trasmessa mio padre, ho cominciato a tirare calci al pallone in giardino. È come se avessi scoperto un mondo, una dimensione”.
L'inizio.
“Ho fatto una lunga trafila tra Rapid e le giovanili del Lugano, per due anni ho militato nel Team Ticino. Anni bellissimi e intensi, mi hanno fatto crescere come calciatore e come persona”.
Poi?
“La sfortuna. Ho subito un infortunio che mi ha tenuto lontano dal campo un anno e mezzo. Ho ripreso con il Vedeggio. Ho ritrovato mister Fabio Mascetti, l'avevo conosciuto ai tempi del Lugano. Ha una mentalità vincente. Puntiamo alla Coppa Ticino”.
Oltre il calcio?
“Ho conseguito una maturità liceale. Il progetto è quello di frequentare l'Università di Basilea e precisamente la facoltà di Scienze motorie”.
Il presente?
“Sto facendo il servizio civile, presso una Residenza per anziani del Luganese. Un'esperienza unica e arricchente. Ho scoperto un mondo, ho trovato persone fantastiche, ho dato un senso alle parole dignità e umanità. Per non parlare del confronto tra generazioni”.
Il tempo libero?
“Lo trascorro come tutti i ragazzi della mia età. Esco con i miei amici, vado al cinema. Ma la mia vita è il calcio: mi alleno con scrupolo, curo il mio corpo e penso sempre a un prato verde”.
Il sogno.
“Arrivare alla Super League. Lo spero, ci credo e lo voglio. Sognare non costa nulla e mi stimola a fare meglio e impegnarmi”.
E sempre parafrasando Vecchioni: “I naviganti infiniti sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occhi ragazzo e credi solo a quel che vedi dentro”.