CALCIO
Rivincita, titolo e... guerriglia
Alle 18 il Lugano giocherà alla Pontaise contro lo Stade Losanna: Croci-Torti è carico
Pubblicato il 30.03.2024 10:54
di L.S.
Si riparte. Sulle quattro vittorie di fila in campionato, intervallate dal successo in Coppa a Basilea.
Si va sul campo dell’ultima in classifica, per una partita che sulla carta dovrebbe rivelarsi semplice. Giusto però usare il condizionale. Lo Stade Losanna, dopo l’arrivo in panchina del portoghese Dionisio, ha cambiato volto. Solo due sconfitte nelle ultime sei partite e tante prestazioni incoraggianti.
A Lugano, oltretutto, resta vivido il ricordo della prima partita di questo 2024, finita con una cocente sconfitta per 3 a 2. Quel primo tempo, conclusosi sul 3 a 0 per i vodesi, fu probabilmente la pagina più nera dell’avventura di Croci-Torti sulla panchina luganese.
La squadra, per fortuna, si è subìto ripresa e lo ha fatto grazie al solito carattere e al recupero di alcune pedine importanti.
Il Crus ieri, in conferenza stampa, ha detto senza mezzi termini, che il suo Lugano è la squadra con più personalità del campionato. “I miei giocatori vogliono sempre il pallone tra i piedi…”, ha ribadito, sottolineandone le doti mentali.
Oggi, contro un avversario ultimo in classifica, l’aspetto mentale farà appunto la differenza. Non bisogna lasciare nulla al caso, vietati regali di sorta. La classifica parla chiaro: vincere ancora, vorrebbe dire mettere ulteriore pressione sul duo di testa.
Anche stavolta, purtroppo, ci saranno degli assenti: Bottani e Valenzuela, usciti malconci dalla partita con l’Yverdon, Belhadj, Vladi e El Wafi. Quattro titolari dell’ultima partita di campionato. Tutti infortuni che non dovrebbero però essere gravissimi.
Ci si attendono grandi cose da Steffen, reduce dalla bella mezz’ora in Danimarca con la nazionale e da Celar, che è entrato in campo sullo 0 a 0 contro il Portogallo (con la maglia della sua Slovenia) e ha contribuito a una vittoria storica.
Si ritorna, in conferenza stampa, anche sulla brutta sconfitta, almeno sul piano dell’immagine, in amichevole contro il Parma. Un 7 a 0 che non ha fatto dormire il Crus, che però spiega: “Non potevo annullare la partita perché cinque miei giocatori il giorno prima avevano dato forfait”.
Uomo di parola, il tecnico bianconero ha potuto perlomeno vedere all’opera alcuni giocatori di cui potrebbe già aver bisogno oggi.
Il tema “titolo”, è ovviamente sulla bocca di tutti, anche se qualcuno, quasi per pudore, fatica a pronunciare la fatidica parola. Il Crus non si tira indietro e commenta:
“Pensare adesso a una cosa del genere sarebbe stupido da parte mia: vediamo però cosa succede tra cinque partite. Certo che la poule finale sarà un’incognita per tutti…”.
Insomma, per adesso no, tra un mese chissà…
Si chiude con le parole di Constantin, che ha definito il Crus un allenatore da guerriglia. Uno che lavora meglio in posti dove c’è bisogno di battagliare. Il patron del Sion non lo vedrebbe, per esempio, allo Young Boys.
La risposta è esemplare: “Ogni allenatore deve adattarsi al posto in cui va ad allenare, senza perdere la propria personalità. Qui a Lugano spero di avere trovato la maniera giusta nel comportarmi con la gente”.
Adattamento e intelligenza sono le parole che servono in qualsiasi ambiente. Che sia per una squadra di periferia che per il club di una grande città. Conta sapersi comportare, capire dove si è arrivati. E il Crus, in questi due anni e mezzo, ha saputo lavorare bene in Ticino ma con una proprietà americana. Una cosa non proprio scontata e che dimostra la capacità di questo tecnico di relazionarsi con profili diversi. A qualsiasi latitudine.
(Foto Keystone/Crinari)