Missione compiuta. Vittoria doveva essere e vittoria è stata.
Poi, guardando nelle pieghe della partita, si scopre che il 3 a 1 finale è stato tutt’altro che agevole.
Per 75 minuti il Lugano ha giocato al di sotto delle sue possibilità, considerando oltretutto che la ripresa l’ha disputata con un uomo in più (espulso Diakité al 44.).
Squadra lenta, manovre prevedibili e poche conclusioni in porta. Il 3-4-3 di Croci-Torti è sembrato meno esplosivo del solito e soprattutto Steffen e Aliseda non sono sembrati nella loro miglior giornata. Il nazionale, per fortuna, si è ripreso nel finale, andando anche vicino al gol.
Nella ripresa, con l’infortunio di Hajrizi (ennesimo problema muscolare), il Lugano è tornato a giocare con la difesa a quattro, ma la sostanza delle cose non è cambiata. Sino alla prima rete, quella del redivivo Doumbia, bravo ad approfittare di una punizione (contestata dai losannesi per un fallo di mano dubbio) respinta di Grigc. Un gol che ha steso i padroni di casa e lanciato in orbita i ticinesi.
Prima Celar (12. centro stagionale) su pennellata di Steffen e poi addirittura Przybylko, in gol al suo debutto dopo soli cinque minuti su una bella giocata di Mahou.
Partita chiusa, a parte la rete su rigore di Damascan, per fallo di Mai su Gharbi.
Alla fine tutto è bene ciò che finisce bene. Tre punti importanti per la classifica, soprattutto considerando che il Servette ha perso a Wintethur e adesso si trova soltanto a cinque punti. Certo che se lunedì, l’Yverdon facesse lo sgambetto allo Young Boys…
Tra i bianconeri da menzionare Saipi, autore di una bella parata sullo zero a zero e Celar, che oltre al gol è sembrato sempre al centro dell’azione.
Martedì, a Cornaredo, arriva il Basilea. Questo campionato promette ancora tante emozioni.

(Foto Keystone/Bott)