Basket
Guadagnava 3 dollari e ha scolpito il fisico di Michael Jordan
La storia di Tim Grover che cominciò scrivendo lettere a mano
Pubblicato il 31.03.2024 06:08
di A. L.
Tim Grover chi è costui? Il nome, probabilmente, non dice nulla agli appassionati di basket. Ma è una figura importante e indispensabile per comprendere le carriere di super atleti come Michael Jordan, Kobe Bryant, Dwyane Wade. E di altre stelle della NBA, della NFL e di medagliati olimpici. È stato lui a plasmare, scolpire, irrobustire, perfezionare i corpi di molti sportivi, facendoli diventare delle macchine 'quasi' perfette. La sua storia narra di un giovane che ha voluto andare oltre, che si è immaginato il futuro e che si è modellato il destino. È di origini indiane e i suoi genitori lo volevano medico. Entrambi, provenivano da Londra, lavoravano in un ospedale di Chicago. Spinto dalla forza della sua gioventù, voleva inseguire il suo desiderio e non quello dei suoi parenti più stretti. Divenne preparatore atletico e trovò lavoro in una piccola palestra. Si era negli anni Ottanta e così si racconta: “Guadagnavo 3,35 dollari l'ora. Era il salario minimo”. Lesse un articolo, ebbe un'intuizione, afferrò un'idea, decise di cambiare la sua vita. Il giornalista scriveva che Michael Jordan era stanco di subire la durezza fisica di alcuni avversari. “Non c'erano cellulari, né messaggi, quindi ho scritto 14 lettere a mano a giocatori dei Bulls. In squadra c'erano 15 elementi, ma non avevo scritto a Michael”. Ma lui lesse una delle lettere e rimase incuriosito. Si incontrarono, Grover gli prospettò il suo metodo. Stabilirono un periodo di prova di 30 giorni, che diventò una collaborazione di 15 anni. “È una lezione il meglio del meglio che vuole essere sempre migliore”. Impostò sessioni innovative, considerate “pazze”. Faceva video in cui contava i passi di Jordan, per vedere i movimenti: quante volte era andato a destra o a sinistra. “Se utilizzava di più una parte del corpo rispetto all'altra, dovevamo allenarla maggiormente, non in maniera uguale”. Un lavoro artigianale, per quei tempi, per ottenere dati che ora sono disponibili con facilità. Le sedute comprendevano allenamenti per le dita, i polsi, le caviglie e anche per gli occhi. “Mi disse che non voleva fare quello che facevano tutti gli altri perché non voleva essere come tutti”. Grover è sicuro: “Michael è stato il miglior atleta di tutti i tempi. Le sue capacità fisiche e mentali erano uniche”. Tim Grover ora scrive libri, è il proprietario di Attack Athletics un centro di allenamento. È colui che si è spinto oltre: convinto che andasse allenato il corpo e la mente. E la sua visione si è realizzata.
(Foto Keystone)