CALCIO
"Nazionale? Manca uno stoccatore..."
Chiacchierata a ruota libera con Kubilay Türkyilmaz su Paradiso e Nazionale
Pubblicato il 04.04.2024 07:03
di Enrico Lafranchi
Paradiso vecchio stile fin che si vuole (Grigoretto dixit), la realtà ci dice che gli undici di Sannino continuano a perdere terreno dalla vetta. Mitrovic (miglior portiere con 23 reti incassate) e compagni non riescono più a vincere una partita. Si dice che la migliore difesa è l’attacco, ma di reti ne sono state segnate soltanto 31 (come il Lugano II che ne ha al passivo 52). L’Etoile Carouge di Adrian Ursea (volto noto nel Ticino da giocatore del Locarno) è nettamente al comando della classifica e, meritatamente, lanciato verso il ritorno in Challenge dalla quale era stato estromesso nella stagione delle cinque relegazioni. Il Paradiso è ora stato superato in classifica dal Rapperswil di David Sesa ed avvicinato dal ‘redivivo’ Bienne, campione svizzero nel 1947 – l’anno prima del titolo conquistato dall’ACB. Tra l’altro i seelandesi, che 9 anni fa hanno inaugurato la Tissot Arena, stadio di lusso, meriterebbero a loro volta di tornare a fare parte delle nostre attuali 22 migliori squadre.
Ma veniamo al Paradiso alle prese con gli arcinoti problemi di campo che il presidente Caggiano non risolverebbe comunque, secondo noi, con l’edificazione di una tribuna. Lo spazio è talmente ristretto al punto che il pubblico, peraltro esiguo, può seguire la partita solamente da un lato. Una situazione paradossale che non si registra neanche sui campetti di Quarta Lega.
Nel girone di ritorno i verdetti del campo lasciano un poco a desiderare. Una spiegazione ci sarà se i risultati sono venuti a mancare: “Io direi che stiamo confermando – ribatte Kubilay Türkyilmaz – quello che è stata la prima parte della stagione. In questo momento si fa sì fatica a ottenere qualche vittoria però l’essere andati a Breitenrain a pareggiare è un buon risultato”.
Comunque sia, sono pur sempre punti persi:
“Se abbiamo lasciato lì dei punti è anche per qualche decisione arbitrale. Non sto parlando soltanto di un singolo ‘caso’ ma di diversi (tanto per citarne un paio i 10 minuti di recupero fino al pareggio del Delémont e il rigore ‘inventato’ in favore del Brühl, ndr). Anche questo ha chiaramente influito!”.
Occorre cambiare registro?
“Ma no, non vedo dove. Sono fiducioso, la squadra è ottima, l’allenatore super e la società adagio adagio si sta consolidando alla base per un futuro migliore”.
Sannino qua e là non manca di manifestare il suo malumore:
“Beh, è il suo carattere, Beppe vive il calcio al 120 per cento… Da giocatore preferisco avere un allenatore di questo tipo, uno che poi dietro le quinte diventa un papà che coccola i ragazzi”.
Caggiano è sempre alle prese con qualche gabola, la tribuna rimane una ‘patata bollente’:
“Sinceramente non so cosa dire e come rispondere. Mi auguro che la costruzione della tribuna vada finalmente in porto. È importante, direi fondamentale, averla per la gente che va alle partite. Non sono a conoscenza dei problemi che hanno avuto i tecnici, spero si trovi una soluzione che possa accontentare tutti”.
Lasciamo il Paradiso per una nazionale che non solo non entusiasma, non convince affatto. Che ne dici?
“La mia impressione è semplice, avendola vissuta. Siamo in un periodo in cui tutti si stanno giocando qualcosa nei rispettivi campionati: inconsciamente hai delle ‘distrazioni’ dovute al tuo club, però è chiaro che offensivamente ci manca qualcosa, un attaccante. Adesso parliamo di andare a ricercare Seferovic, mi vien da ridere (Kubi scoppia in una bella risata…). Difensivamente siamo invece messi bene, abbiamo giocatori di livello internazionale. Ci siamo anche sulle fasce con Vargas e Ndoye, manca invece lo stoccatore che ti risolva le partite nel momento in cui non te lo aspetti. Non c’è, tanto per fare un paio di nomi, un Alex Frey, uno Stéphane Chapuisat, un Adrian Knup. Lì davanti siamo privi di un’anima ben definita (Dai Kubi, diciamo pure di avere nostalgia anche di un certo Türkyilmaz dai 34 gol in rossocrociato… - Ndr)”.
Si accusa Yakin di schierare giocatori fuori posizione:
“Sono del parere che a un simile livello internazionale quei giocatori che evolvono in club importanti possono anche adattarsi a ricoprire altri ruoli e non stare a lamentarsi. Mi limito a citarne uno, ma non è il solo: Xhaka, che nel Leverkusen sta giocando in un altro ruolo, si deve abituare. Se si è chiamati in nazionale, l’adattamento a un ruolo diverso non deve farti venire il male di pancia!”.
Okafor al Milan fa furore, mentre con la Svizzera…
“Beh, proprio furore non direi. Certo, è un giocatore interessante che deve imparare a fare l’Okafor anche in nazionale. Ogni tanto ha la sua stoccata, dipende da lui, non dall’allenatore. Giocatori che arrivano a questi livelli devono arrangiarsi”.
Sommer o Mvogo?
“Il camerunense mi è piaciuto moltissimo contro l’Irlanda. Non dico altro, come portieri, difesa e centrocampo siamo messi veramente bene. È davanti che non abbiamo un giocatore di riferimento, lo stesso problema che ha il Bellinzona (stiamo seguendo i granata…, ndr)”.
Un problema di attaccanti?
“Quando parliamo di lato offensivo non dobbiamo pensare solo dell’attaccante. Ci sono anche le mezze punte, i centrocampisti e i difensori che possono avere inclinazione a fare gol. Si può naturalmente puntare il dito sull’attaccante, ci ho vissuto 20 anni e so che responsabilità hai, però ci sono anche gli altri che potrebbero tirargli via un po’ di pressione”.
(Kubi e Alex Frei nella foto Keystone)