HOCKEY
I Lions ruggiscono subito
Lo Zugo ci crede fino alla penalità di Hansson, poi lo Zurigo dilaga
Pubblicato il 02.04.2024 08:20
di Marco Maffioletti
C’era tanta curiosità ieri sera per rivedere lo ZSC all’opera. Reduce da una pausa di praticamente una decina di giorni, i padroni di casa hanno impiegato un po’ a togliersi la ruggine di dosso. Merito anche di uno Zugo arcigno e ben quadrato. A far pendere l’ago della bilancia in favore di Malgin e soci è stata una penalità di partita inflitta al difensore svedese dei Tori Hansson al 34’. I 5’ di powerplay hanno scaturito tre segnature che hanno deciso la contesa in favore dei favoriti. Tutto secondo pronostico quindi, nonostante ci sia qualche polemica per la sanzione inflitta a Hansson. Non c’era la volontarietà, è vero che il giocatore voleva colpire il bastone di Andrighetto e non certo le sue parti basse, ma la decisione degli arbitri appare comunque condivisibile e corretta, seppure severa. Ancora una volta sugli scudi il canadese dei Lions Derek Grant. Per la seconda volta consecutiva l’attaccante è riuscito a iscrivere una tripletta, era già accaduto nella quarta partita dei quarti di finale contro il Bienne. La sensazione è una sola: per poter sconfiggere questo Zurigo bisogna davvero fornire la prestazione perfetta e non concedere nulla. Qualsiasi infrazione, un piccolo rilassamento o disattenzione la si paga a caro prezzo. Gli uomini di Crawford, oltre a essere farciti di grande talento, sono scaltri e sornioni, sono capaci di cambiare il ritmo e di graffiare quando meno te lo aspetti. Da avversario non ti basta giocare 55’ a ottimi livelli, perché in quei 5’ dove non sei performante rischi appunto di venire punito. Ed è proprio questo il difficile, riuscire a mantenere un’alta performance sull’arco degli interi 60’. Ieri in sala stampa, prima del match, si discuteva tra gli addetti ai lavori su quali potrebbero essere i punti deboli dei padroni di casa. L’unico emerso, è forse il fatto di non avere un portiere di riserva scafato e all’altezza della situazione. Dietro al ceco Simon Hrubec ci sono in effetti Zumbühl e il giovane Grüter, quasi un’anomalia considerando la qualità e la profondità del resto della squadra. E lo Zugo? Con la prova di ieri avrebbe sicuramente messo in difficoltà qualsiasi altri avversario, ma la sensazione è che manchi qualcosa per veramente arrivare sino in fondo. Domani la seconda sfida, in programma alla Bossard Arena, sarà già una sorte di spartiacque. Se l’EVZ non dovesse imporsi, questa serie di semifinale rischia di durare poco.
(Foto Keystone/Buholzer)