Croci-Torti sa che sta succedendo qualcosa di importante. Forse storico. Sicuramente insperato.
Il suo Lugano lotta per il titolo: cosa che mesi fa sembrava impossibile.
E invece, a otto partite dalla fine del campionato, i bianconeri ci credono. Dall’alto di sette vittorie consecutive (di cui una in Coppa), è lecito provarci. Non si parla di sogno. Al Crus non piace: “Non è un sogno, è tutto frutto del nostro lavoro e della sberla subita alla prima giornata contro lo Stade Losanna”.
Oggi anche per lui era una partita diversa dalle altre: il tecnico aveva capito che vincere stasera poteva aprire nuove strade.
“Sentivo un po’ di nervosismo, come non mi capitava da un po’. Dovevamo chiudere il primo obiettivo, quello di qualificarci tra le prime sei e poi mettere pressione là davanti. Abbiamo dato prova di grande mentalità”.
Già, quelle davanti. Il Crus sorride, sa che qualcuno lassù inizia a preoccuparsi:
“Sono sicuro che gli allenatori di Servette e Young Boys hanno guardato la nostra partita. Sono certo che a queste due squadre adesso tremano un po’ le gambe, sentono il nostro fiato”.
Il Lugano ormai non può più tirarsi indietro. Lo sa anche il Crus:
“Siamo coscienti che stiamo facendo qualcosa di importante. Soprattutto a livello mentale dimostriamo di essere cresciuti moltissimo”.
Non sarà forse un sogno, ma intanto questo Lugano è lì, aggrappato alla vetta, con la forza del suo gioco e con l’intelligenza di un gruppo che ha capito che forse è il momento giusto. Quelli che non capitano spesso in una vita di un calciatore.

(Foto Keystone/Crinari)