HOCKEY
Perché nessuno si è accorto di Connor Hughes in Ticino?
Il portiere del Losanna sta facendo grandi cose in questi playoff
Pubblicato il 08.04.2024 07:44
di Marco Maffioletti
Ma è possibile che in Ticino nessuno si sia accorto del potenziale di Connor Hughes? Il portiere del Losanna, grande protagonista in questi playoff, ha fatto nascere questo interrogativo. Portato in Svizzera nel 2017 da Michael Lawrence, ex allenatore dei portieri di Ambrì e Lugano, il 27enne canadese, dotato di passaporto elvetico, trascorse 2 anni nelle fila dei Ticino Rockets senza mai disputare una partita ufficiale con i leventinesi. Seguì un anno da portiere di riserva del Langenthal prima del trasferimento a Friborgo. Due anni dietro a Berra, pochissime partite con il Gottéron e qualche match con il Sierre. Nella stagione 2022-23 la svolta: l’infortunio alla schiena di Berra permette a Hughes di finalmente mostrare il suo valore. Dubé, il direttore sportivo, afferma di voler cercare un portiere straniero per sopperire all’assenza del titolare, ma con il passare delle partite, vedendo l’ottimo impatto del classe 1996, lascia perdere. A  coronamento delle prove egregie arriva addirittura la convocazione in Nazionale da parte di Patrick Fischer. Chiuso da Berra e in scadenza di contratto, Hughes che nel frattempo grazie alle sue prove ha evidentemente attirato l’interesse di altri club, firma con il Losanna. In questa prima stagione con i vodesi, purtroppo costellata da un infortunio, disputa comunque 19 partite su ottimi livelli e in questi playoff sta impressionando. Si torna dunque alla domanda iniziale: possibile che nessuno si sia accorto del suo potenziale?
Da un lato ogni portiere necessita del suo tempo per svilupparsi. Alcuni a 20 anni sono già maturi e pronti per sfondare nella massima lega, altri invece lo sono solamente a 25 anni e altri ancora non lo saranno mai. Una cosa è sicura: se un massimo esperto come Lawrence decise di portare Hughes in Svizzera, di sicuro qualcosa di buono e interessante aveva intravisto nel giovane. I fatti ora lo dimostrano. Così come è lampante che troppo spesso in Svizzera non si ha il coraggio di schierare giovani estremi difensori se non in caso di assoluta emergenza. Lo si fa solamente quando si ha tra le mani la pepita, come Elvis Merzlikins, altrimenti praticamente nessuno si prende dei rischi. Meglio puntare sull’usato sicuro. Emblematico l’esempio leventinese, dove nell’era Juvonen, si è scelto dapprima di continuare sul navigato Conz (nonostante volesse cambiare aria) e poi d’ingaggiare il 28enne Gilles Senn. Non tutti sono appunto dei Merzlikins, dei “predestinati”, ma ricevendo fiducia e un po’ di tempo di ghiaccio, anche elementi meno quotati possono rivelarsi delle belle scoperte. Hughes ne è la dimostrazione. Anche lui però ha avuto “bisogno” dell’infortunio di Berra per poter farsi valere. Senza i problemi alla schiena dell’esperto 37enne, Connor sarebbe probabilmente ancora un’eterna riserva di NL o un portiere in forza al Turgovia di turno. Insomma, non è uno scandalo che in Ticino nessuno si sia accorto di Hughes per così dire, la speranza è però che in futuro qualsiasi club elvetico si prenda qualche rischio in più anche se magari a corto termine questa scelta potrebbe costare qualche punticino. Specialmente ora che in sostanza il rischio della retrocessione esiste solamente sulla carta, è fattibile. L’importante da parte delle società e degli staff tecnici è fare passare il messaggio. Tutti possono sbagliare, i giovani portieri ancora più degli altri. Dal canto loro media e tifosi devono recepirlo e mostrare comprensione. Il tutto nell’interesse del nostro hockey.
(Foto Keystone/Anex)