Calcio
Roma-Lazio, un derby al di sopra della legge
Prima e dopo la partita è successo di tutto
Pubblicato il 08.04.2024 07:40
di Angelo Lungo
Questa storia si svolge a Roma Capitale d'Italia e dove si trova il Vaticano. La rivalità tra Roma e Lazio è indefinibile, non trova nessuna spiegazione plausibile. La partita ha un contorno che travolge la decenza, offende la dignità e gode di una speciale e totale immunità. Un contesto dove Stato e istituzioni calcistiche assistono e comprendono. Nella notte prima del derby è stato affisso su un cavalcavia uno striscione antisemita che paragonava i tifosi della Lazio agli ebrei, invitandoli a salire “di nuovo sopra un treno”. Prima dell'incontro, nei pressi dello stadio, ci sono stati incidenti che hanno visto coinvolti oltre 300 persone. La partita è stata mediocre, nel finale i giocatori hanno dato il loro meglio, sfoderando un repertorio esemplare: spintoni; mani in faccia. La Roma ha vinto e ha conquistato il suo personale scudetto. Perché questo è il valore della posta in palio del Derby. Mancini, un pilastro dei giallorossi, da anni va continuamente oltre il suo ruolo, assedia puntualmente l'arbitro e lo contesta continuamente, ha deciso di manifestare pudicamente la sua esultanza: eccolo sotto la curva dei suoi tifosi a sventolare una bandiera con i colori della Lazio, sopra c'era dipinto un grosso topo. Sono poi arrivate le consuete e ipocrite scuse. La Federcalcio ha aperto un'inchiesta. Tutto già visto e l'esito è già noto. Ma non è finita. Stefan Radu, ex calciatore della Lazio, era in curva a tifare. Indossava una felpa nera con due S, nella grafia tipica del nazismo, prima della scritta Lazio. Il nostro ha 37 anni e nel 2012 indirizzò un saluto romano alla sua curva dopo una vittoria contro il Napoli. Fu prosciolto. La Lazio lo difese strenuamente, sostenendo che: “Lui non sa nemmeno cosa sia il saluto fascista”. Chissà se nel frattempo ha letto qualche libro di storia e si è informato. Roma da impero è divenuta provincia. Vive di sé stessa. Si esalta con le sue contraddizioni. Si sente autolegittimata. Ha chiuso il mondo fuori. Roma e Lazio possono stare tranquille, non succederà niente, saranno ben difese, avranno attenuanti. Altro che Roma città aperta, la città è chiusa.
(Foto Keystone)