Podismo
Attraversando l'Africa di corsa
Il podista inglese Russ Cook è diventato leggenda
Pubblicato il 09.04.2024 06:40
di A. L.
La corsa è una comunità aperta, democratica. Un luogo dove le persone si incontrano e comunicano, dove non esistono le diversità, poiché tutti sono attratti dalla stessa cosa e nello stesso momento: correre più a lungo possibile. Chi corre appartiene alla terra, non importa da dove si è partiti, non importa dove si deve arrivare, non importa il tragitto che si deve compiere, importa solo: infilare un passo dopo l’altro. Quando si inizia a correre, si entra in contatto con se stessi, ci si concentra su ogni movimento e ogni rumore del corpo, si ascolta il respiro e il battito del cuore, gli occhi cercano di raggiungere l’orizzonte. Si corre nel vuoto: non per raggiungerlo, ma per oltrepassarlo. Russ Cook è un podista inglese di 27 anni e ha compiuto un'impresa, rimarrà per sempre nella storia e sarà per sempre ricordato: ha attraversato tutta l'Africa dal punto più a sud (Capo Agulhas in Sudafrica) a quello più nord (Cap Angela presso Biserta in Tunisia). Ha corso in totale 385 maratone (oltre 41 chilometri la distanza) in 352 giorni; ha coperto più di 16mila chilometri; era partito il 22 aprile 2023. La sua è stata una corsa benefica, ha raccolto 690mila sterline per la Running Charity, che lavora con giovani senza dimora, e per la Sandblast, si tratta di un'associazione che assiste persone senza casa nel Sahara occidentale. È soprannominato “Hardest Geezer” ossia il “vecchio bislacco più tosto”. Quando è arrivato sul traguardo si è messo le mani tra i capelli, si è tuffato in mare per fare un bagno catartico e ha poi esclamato: “Sono un po' stanco”. Ha dovuto sopportare di tutto; rapine; posti di blocco; ha perso documenti e soldi; ha avuto problemi di salute, mal di schiena e urine macchiate di sangue. Il suo passato racconta di un ragazzo che ha dovuto lottare contro l'alcolismo e la dipendenza dal gioco d'azzardo. Nella parte finale è stato accompagnato da decine di persone, hanno corso e hanno esultato con lui. Canta De Gregori: “La storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, siamo noi che abbiamo tutto da vincere, tutto da perdere”. E “nessuno si senta escluso”.
(Foto Keystone)