HOCKEY
Zurigo, talento e sudore
I Lions, favoritissimi per il titolo, sanno vincere da grande squadra
Pubblicato il 09.04.2024 08:07
di Marco Maffioletti
Tutto secondo pronostico. Lo ZSC continua il suo percorso netto e dopo il 4 a 0 rifilato al Bienne si ripete contro lo Zugo. Nessuna chance per Jan Kovar e compagni, imbrigliati dalla potenza della corazzata zurighese. I numeri sono impietosi. Uno su tutti ben fa capire come l’EVZ non abbia avuto argomenti. Nelle quattro sfide l’unico attaccante ad andare in rete è stato Herzog. Il dominatore della regular season è stato superiore in ogni angolo di ghiaccio. Chiaramente i vari Andrighetto, Malgin e Hollenstein sono grandi giocatori, artisti spettacolari e dominanti con il disco, ma a impressionare ancora di più è l’attitudine e l’organizzazione difensiva. È questa la base fin qui del cammino vincente. I Leoni non lasciano nulla al caso e proteggono con grande impegno e costanza il proprio portiere. Si capta un enorme spirito di sacrificio, non una cosa propriamente evidente quando sei una squadra piena di talento. Nelle 8 partite disputate fin qui in questi playoff gli uomini di Crawford hanno incassato solamente la miseria di 10 gol. Cifre impressionanti. Come se non bastasse, quando non ci arrivano i difensori, ci pensa un Simon Hrubec sontuoso a metterci una pezza. Ora lo Zurigo può nuovamente riposare, come già successo dopo il quarto di finale in attesa di vedere chi affronterà nell’atto conclusivo. Con l’eliminazione dello Zugo, il Losanna, in avanti per 3 a 1 nell’altra semifinale contro il Friborgo, è già sicuro di disputare la prossima edizione della Champions Hockey League. I Tori, pur restando un’ottima squadra, non sono più forti come 2, 3 anni fa. Gli stranieri offensivi non sono stati dominanti, Kovar invecchia, pur restando un leader non ha più lo smalto dei bei tempi. O’Neill, a lungo infortunato e Wingerli sono elementi validi, ma non certo stratosferici e ai livelli di un Derek Grant, tanto per fare un nome. Lo Zugo ha pagato pure qualche defezione, su tutti quella di Hofmann. Il pacchetto elvetico resta di tutto rispetto, basta citare i vari Senteler, Herzog e Martschini, senza dimenticare la presenza di Genoni a difesa della gabbia. La sensazione è appunto che gli svizzero centrali dovranno però incrementare la forza del proprio pacchetto d’import se in futuro vorranno tornare a vincere un titolo.
(Foto Keystone/Flueeler)