CALCIO
Senza Steffen non si può
Il "ragazzaccio" si è preso il Lugano sulle spalle
Pubblicato il 09.04.2024 12:22
di Giorgio Genetelli
Nello splendore della Schützenwiese, e nei bagliori di una classifica che sta consumando gli sguardi di tutti i tifosi banconeri, nonché quelli di tutta l’Elvezia, sono mancati al Lugano i lampi di Renato Steffen, che era squalificato. Non aveva sbagliato il popolare Zubi, che pochi istanti prima dell’inizio aveva pronosticato un Lugano in difficoltà senza Steffen.
È andata proprio così. Senza dimenticare i meriti di un avversario arrembante e con ottime idee di gioco, i bianconeri hanno mancato i momenti decisivi, cioè la difesa dei due vantaggi nel punteggio, il secondo a sette minuti dalla fine. Il gol di Espinoza, in particolare, è stato pareggiato dopo un minuto e mezzo dopo. Concesso come il primo da una difesa disattenta, e non sono state le uniche leggerezze in copertura. Ma è venuta soprattutto un po’ meno la mentalità vincente.
Steffen, dunque. Il numero undici è, è diventato, il vero trascinatore. Un giocatore che dalla trequarti in su è praticamente immarcabile con il suo andare in spazi sconosciuti e nel nascondersi e riapparire. Steffen tiene alta la tensione di tutti, con il suo affascinante caratteraccio da giocatore con una carriera di ottimo livello. Ha anche quella grinta gestuale che trascina i compagni e intimidisce gli avversari. E diverte anche in questo.
Steffen è uno che ci tiene, mette le idee e la forza al servizio del gioco (è il re degli assist, ben 13, più 5 gol), e quando un compagno non sa bene cosa fare gli consegna la palla, senza indugi.
È una linguaccia provocatoria, non le manda a dire a nessuno e all’inizio ha stentato a farsi capire da una squadra di bravi figlioli. E lui, il ragazzaccio, ne soffriva. Poi qualcuno deve essersi detto: ma va’ che forse ha ragione. Così, in questo spettacolare 2024 del Lugano, ne è diventato l’emblema.
Se manca, come a Winterthur, sono dolori.
Per fortuna David Degen ha preferito rischiare di tagliarsi le mani piuttosto che firmargli un contratto. Così il Basilea è terzultimo e il Lugano è in corsa per il titolo. E Steffen ha potuto con orgoglio mimare il gesto delle mani mozzate dopo il golazo contro i renani, con la memoria d’elefante di un calciatore insostituibile.
Il suo valore di mercato è un milione (fonte transfermarkt), come l’assegno del signor Bonaventura. Forse qualcuno disposto a tagliarsi le mani ora c’è.
(Foto Keystone/Crinari)