FUORI ORARIO
Quel fantastico 1954
70 anni fa la Svizzera rifilava due batoste agli azzurri e Carlo Clerici vinceva il Giro
Pubblicato il 09.04.2024 11:32
di Enrico Lafranchi
I Mondiali di calcio, disputatisi in Svizzera e trasmessi per la prima volta in Eurovisione, furono contrassegnati dagli exploit dei rossocrociati che superarono a due riprese gli azzurri. La prima partita, giocatasi a Losanna il 17 giugno, finì 2-1 con reti di Hügi II e Ballaman, per l’Italia Boniperti. Sei giorni dopo, a Basilea, l’Italia andò incontro a una figuraccia: 4-1 (doppietta di Hügi II, Ballamann, Fatton e Nesti). Due vittorie che fecero sensazione su tutto il territorio della Confederazione mentre la doppia sconfitta scatenò comprensibile indignazione oltre confine. L’Eco dello Sport su quel fantastico 1954: In giugno l’Italia subisce due batoste.  Al Giro d’Italia vince Carlo Clerici, di origine italiana, nato e cresciuto a Zurigo, gregario di Hugo Koblet. Ai mondiali di calcio la Svizzera, prima a Losanna poi a Basilea, batte gli azzurri allenati da Lajos Czeizler accolti alla stazione FFS di Chiasso da fischi e urla, addirittura con lancio di agrumi”. Titoli di Gazzetta dello Sport del 24 giugno: “La Svizzera infila con quattro reti l’Italia”, “Inno all’impotenza”. Gianni Brera commenta: “Ci ripugna parlarne, è soltanto scoppiato il bubboncello del calcio italiano”. Silvio Piola, sempre sulla rosea: “Indicibile rinnovare questo dolore, noi un treno merci loro un direttissimo”.
Dal calcio al ciclismo repetita juvant. Carlo Clerici trionfa al Giro precedendo il suo ‘capitano’ Hugo Koblet staccato di 24 minuti. Lo ‘zurighese’, appena fattosi svizzero, era stato protagonista nella sesta tappa, la Napoli-L’Aquila, di una lunga fuga che gli permise di indossare la maglia rosa sino al traguardo finale di Milano. In una (nostra) intervista: “Ricordo che Learco Guerra (il patron della squadra elvetica, ndr) ci aveva rimproverati perché il giorno prima eravamo rimasti passivi nel gruppo. Così partimmo in venti, e fra questi c’ero io!”. Una vittoria che i media italiani commentarono tra rimbrotti e ramanzine. Clerici: “Avevano un diavolo per capello perché l’anno prima, da italiano, fui mandato a casa dopo che mi ero fermato ad aiutare Hugo vittima di una foratura”. Clerici, nello splendore della sua carriera avrebbe potuto stabilire la ‘doppietta’ Giro-Tour, purtroppo alla Grande Boucle, vinta da Louison Bobet davanti a Ferdy Kübler e Fritz Schär, non si era presentato in buone condizioni fisiche. Per la cronaca a Schär, una brillante carriera all’ombra delle due ‘K’, sono mancati 20 metri per vincere il titolo ai Mondiali di Solingen, beffato da Bobet, terzo Charly Gaul. Kübler si laureò campione svizzero, Koblet vinse il campionato di Zurigo. Sì, un anno davvero favoloso!
Al di là di questi eventi sportivi (Germania campione del Mondo), nel 1954 si è registrata la nascita ufficiale, in data 3 gennaio, della televisione italiana. Curioso questo commento di un quotidiano della vicina Penisola: “L’Italia è un Paese povero, certi lussi dovremmo lasciarli agli altri”. Fatto sta che in cinque anni la TV diventa il mezzo di comunicazione più diffuso. La Rai tenne a battesimo (in differita!) il Festival di San Remo vinto da Nilla Pizzi, il più grande ‘avvenimento’ si concretizzerà tuttavia l’anno dopo, 21 novembre 1955, con la prima puntata di “Lascia o raddoppia” condotto da un giovanissimo Mike Bongiorno. Il telequiz impazza ovunque, gli si aprono le sale cinematografiche anche nel nostro cantone dove viene proiettato su schermo panoramico prima del film.
Tornando al calcio il FC La Chaux-de-Fonds vince coppa e campionato, è anche l’anno della promozione in ‘A’ del Lugano. I ‘montagnards’ si aggiudicano titolo e Trofeo Sandoz anche l’anno successivo. Era la squadra di Antenen, Kernen, Zappella, Kauer…
Chiudiamo con un altro capitolo del Mondiale che aveva tenuto a battesimo l’Italia contro il Belgio al Cornaredo (altri tempi!). I baldi rossocrociati di Karl Rappan dopo avere eliminato l’Italia del mister ungherese, che era stato dapprima sulla panca del Norrköping poi su quella del Milan, nel successivo incontro con l’Austria in vantaggio per 3-0 finirono con l’uscire sconfitti 7-5 per via di un colpo di sole che aveva colpito pesantemente Eugène Parlier. Il portiere ginevrino incassò una rete dietro l’altra al termine di una gara contrassegnata da ben 12 segnature. Da una pubblicazione d’epoca: “Sul 3-0 a favore dei nostri gli austriaci hanno pareggiato nel giro di tre minuti. La Pontaise per i rossocrociati si è trasformata in un inferno”. Sulla finalissima: “I magiari, chiaramente favoriti dal pronostico dopo una gloriosa serie di trentun vittorie consecutive, hanno perso la loro partita più importante sotto una pioggia torrenziale davanti a 64 mila spettatori. Ungheria e Germania hanno offerto una partita combattutissima, ricca di gagliardo vigore, velocità e tecnica”. Sotto di due reti (Puskas, Czibor) i tedeschi rimontarono con Morlock ed Helmut Rahn, autore di una doppietta. Fine del primo tempo. Il regista Sönke Wortmann 40 anni dopo, ovvero nel 1994, farà un film dal titolo ‘Il miracolo di Berna’ narrando di un bambino, Matthias, che va a incontrare il suo idolo. Indovinate un po’ chi, Helmut Rahn!
(Foto Keystone)