Tennis
I dolori del giovane Andrey Rublev
Il tennista che se prova a stare calmo si blocca
Pubblicato il 10.04.2024 06:10
di Red.
Andrey Rublev è tra i primi dieci giocatori al mondo. La sua carriera parla di un potenziale inespresso. È il classico perdente di successo. Ha colpi fenomenali, ma è incapace di vincere un grande titolo. Viene inserito nella categoria dei “pazzi”, un limite che non riesce a superare e che lo intrappola. Colpisce la palla in modo intenso e forte. Si pone come un esistenzialista, ogni partita per lui segna un confine oltre il quale non si può andare. La sua sfida è quella di rimanere concentrato, ma spesso non ci riesce e diventa teatrale e sofferente. Diventa preda del tormento, grida, si lamenta verso il suo angolo, si mangia la maglia, ride grossolanamente, spacca la racchetta. Il talento è evidente, come le sue incertezze interiori. Le sue dichiarazione non sono mai banali: “Ancora non mi sento un top player. Non so perché. Sento di aver paura di non essere all'altezza”. È un atleta “umano”, mostra le sue debolezze e non si dà per vinto, vuole reagire. Ecco la sua filosofia: “Essere gentili e godersi il tennis”. È stato recentemente intervistato da “L'Equipe”, dove ha parlato della sua continua ricerca di un equilibrio. Arriva da un tour americano negativo. Spiega: “A Indian Wells ho cercato di controllare le mie emozioni e sono stato piatto. Senza energia e senza il minimo fuoco interiore”. A Miami: “È stata un'altra cosa: sono crollato, non riuscivo a trattenere i nervi. Nel tentativo di essere calmo e motivato, ho perso completamente me stesso. Ero paralizzato, il mio corpo non rispondeva”. Aggiunge: “L'allenamento è una cosa, la competizione è un'altra. Spesso ti apri alle emozioni estreme e alla sensazione di essere costantemente sulle montagne russe”. Conclude: “Resto convinto che al livello in cui siamo, tutti sanno fare un dritto, un rovescio, un servizio. Va avanti chi è pronto mentalmente, il più calmo, il più capace di accettare ciò che accadde al momento. I migliori sanno fare in modo che un brutto colpo sia sopportabile”.
(Foto Keystone)