Sull’ultima partita è calato
il sipario. La sconfitta è stata archiviata senza farne un dramma. La causa del
pesante passivo è dovuta soprattutto a una difesa ballerina.
A Diego Megias abbiamo
chiesto, dopo l’allenamento di giovedì, se c’è una spiegazione a una simile
‘trasfigurazione’ della squadra in una sola settimana. Da quando lo staff
spagnolo è arrivato al Comunale nel dopopartita non si è mai praticamente
potuto parlare con l’allenatore. Megias, al contrario, ha un ottimo senso della
comunicazione. Non è la prima volta che lo avviciniamo, si mette volentieri a
disposizione di tutti i colleghi.
Non parleremo con lui di
modulo inefficace davanti e di pericolose crepe difensive, tanto meno gli chiediamo
come mai è stato acquistato Benguché. Né un suo parere su Samba (sul cui
comportamento è lecito comunque porsi qualche domanda), lontano parente del
bomber di Promotion League.
Diego, come si può
interpretare il ‘passaggio’ dal 5 a 2 all’Aarau all’1-4 di Wil?
“È difficile dare una spiegazione coerente. Subentrano diversi fattori, si tratta inoltre di due match diversi. Purtroppo nel calcio ci sono molte cose che non riusciamo a spiegare”.
“È difficile dare una spiegazione coerente. Subentrano diversi fattori, si tratta inoltre di due match diversi. Purtroppo nel calcio ci sono molte cose che non riusciamo a spiegare”.
Una questione di testa o
di gambe?
“Anche qui non è facile fare un’analisi circostanziata: una volta è una questione tecnica o di tattica, un’altra di problemi psicologici. Succede in tutti gli sport”.
“Anche qui non è facile fare un’analisi circostanziata: una volta è una questione tecnica o di tattica, un’altra di problemi psicologici. Succede in tutti gli sport”.
C’è la speranza di vivere
un finale di stagione più sereno dell’anno scorso?
“Penso di sì, sono sicuro che manterremo il posto in Challenge League. La squadra è bene attrezzata, se non è nel gruppetto delle migliori dipende, come ho appena detto, da diversi ‘elementi’”.
“Penso di sì, sono sicuro che manterremo il posto in Challenge League. La squadra è bene attrezzata, se non è nel gruppetto delle migliori dipende, come ho appena detto, da diversi ‘elementi’”.
Battere il Thun di questi
tempi è un’impresa proibitiva: la mettiamo sul pari contro una squadra
imbattuta in casa?
“No no, andiamo là per vincere, ci batteremo a viso aperto. Lo spirito di squadra non deve mai venire meno!”.
“No no, andiamo là per vincere, ci batteremo a viso aperto. Lo spirito di squadra non deve mai venire meno!”.
Ottimista?
Ride “Se sei pessimista la vita finisce…”.
Ride “Se sei pessimista la vita finisce…”.
Squadra al completo?
“A parte Benguché (menisco, ndr), tutti presenti”.
“A parte Benguché (menisco, ndr), tutti presenti”.
Diego Megias è molto contento
di questa sua ‘avventura’ svizzera. Lavoro, umiltà, continuità, educazione e
unità d’intenti con i suoi colleghi sono sempre all’ordine del giorno. Dimostra
anche una grande disponibilità con i media. Nella testa del preparatore
atletico (e dello staff) c’è la certezza di ottenere la salvezza in modo da
disputare anche la prossima stagione in Challenge League: “Raggiunto questo
obiettivo saremo tutti felici e contenti!”. Come dire che bisogna far sì
che il futuro del Bellinzona si avvicini al presente. A quello dello staff ci
dovrà pensare Pablo.