Esiste
la narrazione del "Da qua alla fine saranno N finali" e la
realtà oggettiva dove invece, in campionato, la situazione si
gestisce, cercando di ottimizzare il consumo di energie fisiche ma,
soprattutto, mentali. E, a Zurigo, si è visto un Lugano che ha
cercato di portare a casa i tre punti ma senza spremersi troppo,
contro una squadra di livello tecnico più basso, come valori
individuali e disposizione in campo, e dove il nuovo allenatore non è
ancora, ovviamente, riuscito a imprimere le proprie idee tattiche. Il
risultato è stato una gara noiosa, dove i bianconeri, bravi a
trovare la rete in avvio (un rigore trasformato da Celar), hanno poi
gestito, con qualche affanno a volte per il baricentro un po' basso
(soprattutto nella ripresa), ma senza che Saipi abbia dovuto sventare
situazioni particolarmente pericolose. Gli zurighesi hanno provato a
metterla molto sul piano fisico, ed è singolare che, a pagarne le
conseguenze disciplinari, sia stata la compagine più tecnica. Noi
abbiamo visto un paio di circostanze dove ci sarebbero potuti stare
dei cartellini gialli a carico dei padroni di casa; però è un dato
di fatto, come già scritto, che incassare degli ammonimenti per
perdite di tempo, o provvedimenti addirittura più gravi per
interventi scomposti in momenti non particolarmente complicati della
partita siano ingenuità da evitare. Belhadj, protagonista negativo
in tal senso, di sicuro, non ci sarà sabato a Cornaredo contro il
Losanna ma, soprattutto, mancherà a Sion in Coppa, in una gara che
potrebbe durare 120' e dove, al di là della narrazione sulla
profondità della rosa, avrebbe potuto giocare un ruolo importante.
Vittoria
quindi da squadra consapevole dei propri mezzi, anche se non da
dominatrice assoluta: non ci sono state, infatti, tante conclusioni
degli ospiti verso la porta avversaria. Però, per la prima volta in
stagione, i ticinesi ottengono la posta piena contro le Cavallette
(una sconfitta al Letzigrund e un pari a Cornaredo era stato il
bilancio nelle altre due occasioni), trovandosi così davanti al
Servette e a tre punti dall'YB capolista, in attesa delle sfide che
vedranno impegnate le rivali. Venerdì, in conferenza stampa, Mattia
Croci-Torti aveva dichiarato che gli algoritmi delle società che
gestiscono i siti di scommesse assegnano ai suoi il 3,8% di
possibilità di aggiudicarsi il titolo. Di sicuro, potrebbe non
bastare ai bianconeri vincerle tutte da qua alla fine, se anche la
capolista facesse altrettanto (escluso lo scontro diretto,
ovviamente). Tuttavia, dal punto di vista mentale, il peso del
pronostico sarà tutto sulle spalle di chi precede e che, solo due
mesi fa, sembrava avesse già vinto il titolo. E, come abbiamo sempre
sostenuto, la testa dei protagonisti, nel calcio e non solo, è
fondamentale. Insomma, avere il Crus e i suoi dietro, a pochi punti,
in un momento non brillante, non è una prospettiva simpaticissima
per chi si trova davanti, con il ruolo di favorito e l'obbligo di
vincere. Poi, come avevamo già scritto alcuni giorni fa, sarà
decisivo il sorteggio del girone per il titolo: dove e quando si
giocheranno le partite farà la differenza, e l'equità sportiva non
sarà di casa, chiunque sia il beniamino dalla sorte. La speranza è
che, nella prossima stagione, questa anomalia venga corretta. Per
ora, non resta che vivere questo momento emozionante, sperando che
siano tanti, sabato sera, a Cornaredo a sostenere i bianconeri
nell'ultima partita della stagione regolare. Se davanti dovessero
continuare a balbettare, come in queste ultime settimane, sarà un
maggio di fuoco. Al netto, ovviamente, di ciò che accadrà a Sion il
sabato successivo, anche se sarà una storia diversa. Ma sempre
appassionante. E che bello esserci.
(Foto Keystone/Kraemer)