Altro
che partecipare. Nello sport di alto livello conta vincere, il metro
di valore è il successo. Bisogna conseguire trofei, titoli e si sale
sull'altare, l'alternativa è la polvere. E si passa dalla
parte dei perdenti, sono una categoria di cui si sente la necessità, e se ne discute per alimentare il racconto di chi primeggia. La
storia, raramente, si può cambiare e riscriverla. Ma una maledizione
sta per concludersi, una tradizione sta per essere smentita. Ancora
qualche ora di attesa e Neverkusen scomparirà. Il Bayer
Leverkusen vuole vivere intensamente il suo giorno. La BundesBayern
ha i minuti contati, il dominio, lungo oltre dieci anni, sta per
essere interrotto. La squadra di Xabi Alonso vuole il suo primo
titolo nazionale, mai ottenuto. Nella bacheca ci sono: una Coppa di
Germania datata 1993; una Coppa Uefa datata 1988. E poi ci sono state
troppe e clamorose sconfitte. Crolli inaspettati, imprevisti e
drammatici. Leverkusen sogna e non vuole svegliarsi. Ma ci si può svegliare. È
tutto vero e reale. Battendo il Werder Brema, il Bayer può diventare
campione, con cinque giornate di anticipo. Xhaka e compagni non
vogliono mancare l'obiettivo e intendono regalare ai loro tifosi: il
riscatto, sul loro campo e nella loro casa. I numeri sono
incredibili. La formazione è imbattuta da 42 partite in tutte le
manifestazione in cui è impegnata. E gioca un gran calcio,
propositivo ed efficace. L'orchestra diretta dal maestro spagnolo,
suona magnificamente lo spartito. Ma non è finita, Xabi Alonso e i
suoi prossimamente disputeranno la finale della Coppa di Germania e
sono in corsa anche per l'Europa League. Neverkusen sarà
presto un incubo scacciato, risposto nel dimenticatoio, un retaggio superato. Ora è arrivato il tempo
della Leverkusenmania. Una parvenza d'ordine si impone, un
equilibrio momentaneo è ristabilito. Perché in questo caso non si
parla di squadra milionaria, ma si può osare proferire il
termine: progetto, condito di tante e belle idee.
(Foto Keystone/Becker)