Dove
si situa il tifo per una squadra di calcio? Impossibile comunicarlo.
Si tratta di una dimensione irrazionale. È un territorio misterioso,
l'atmosfera è ancestrale. Il tempo si ferma, è immobile. Si rimane
inerti, l'istante non è afferrato ma sospeso. La speranza è forte e
poco importa del futuro. Si ritorna a San Siro, sono passati lustri.
La gente dell'Inter freme: il prestigioso e storico titolo è vicino.
La squadra è sbocciata all'improvviso, senza che nessuno se lo
aspettasse, a tratti, nel corso della stagione, è stata pure bella. A
Paradiso si respira un clima estivo, la direzione verso Milano è
lastricata di promesse. Il rito si rinnova: che sollievo. Eccolo, in
lontananza, il Giuseppe Meazza: è vetusto, financo superato, ma è
maestoso. Lo stadio: un luogo senza età. Si sentono le sirene della
polizia, sta arrivando il bus, l'interismo accoglie i suoi giocatori:
avanti ancora un passo e tutto sarà compiuto. Il sole tramonta
inesorabile e San Siro accende le sue luci. Via all'ingresso.
Bloccato: il famigerato tornello, bisogna esibire il QR, rivolgo lo
sguardo verso terra, la modernità ha vinto in maniera ineluttabile e
definitiva. Il vecchio e colorato biglietto è un retaggio, una
pastoia riposta nel dimenticatoio. Ma la sconfitta esistenziale è
subitaneamente riscattata: ecco il prato verde, ecco il brusio dello
stadio. Le luci che si accendono e si spengono sono uno spettacolo
che non mi appartiene, un orpello senza significati. Si comincia.
Vedo Nicolò Barella e penso a Nicola Berti; Calhanoglu batte
l'angolo con il destro, Evaristo Beccalossi lo faceva con il
sinistro; scappa Thuram in attacco, dove stoppava il pallone
Alessandro “Spillo” Altobelli. Inzaghi e Ranieri sono sempre in
piedi, il mister di un tempo immemore sedeva in panchina
all'estremità e indossava un loden. Finisce. È pareggio: un
risultato quasi sempre ritenuto ingiusto, si rimane nel limbo, non
resta che aspettare, ancora una volta. Usciamo. Volgo lo sguardo
verso lo stadio. Vorrei rimanere là. Chiudo e riapro gli occhi.
Nessun pensiero. Nessuna elucubrazione. Daniel e Zarko quasi mi
scuotono: ritorna alla realtà. Non c'è altro e non c'è un oltre,
forse.
Calcio
Ritorno a San Siro
Dove si parla del tifo e di una passione che non ammette spiegazioni plausibili