Le opinioni di Xavier Jacobelli
"Il merito lo si conquista sul campo"
Il calcio tra crisi e cambiamento
Pubblicato il 25.04.2021 08:59
di Angelo Lungo e Carlo Scolozzi
Xavier Jacobelli è un giornalista e opinionista. Il suo curriculum impressiona per esperienze professionali. Ha diretto il “Corriere dello Sport”, “Il Giorno, attualmente è alla testa di “Tuttosport”.
 
La Super Lega.
“Un’operazione commerciale e bancaria. La situazione dei club da un punto di vista finanziario è critica. I numeri schiacciano le parole. Ma non si può calpestare un principio essenziale dello sport: il merito. Il merito lo si conquista sul campo. È stata un’iniziativa azzardata anche sotto il profilo mediatico. Infine, non hanno tenuto conto dei sentimenti dei tifosi e c’è stata una rivolta popolare”.
 
Le responsabilità dell’Uefa?
“Negli ultimi anni ha preso decisioni sbagliate. La nuova formula della Champions garantisce nuovi introiti ma come ha affermato Guardiola per giocare tutte partite servirebbe un anno composto da 400 giorni. Questa dovrebbe l’occasione per ridiscutere tutto, dei cambiamenti sono necessari”.
 
La situazione economica dei club?
“Grave. La pandemia ha acuito la crisi: mancano gli incassi del botteghino. Il problema consiste negli ingaggi esorbitanti dei calciatori e degli allenatori, per non parlare delle provvigioni pagate a mediatori e agenti. Il Tottenham ha appena licenziato Mourinho e deve corrispondergli circa 40 milioni di sterline. Le società dovrebbero farsi un esame di coscienza. Due sono le misure urgenti da adottare: taglio degli ingaggi; redistribuzione più equa dei diritti televisivi”.
 
Il livello del calcio italiano?
“Avrebbe bisogno di una grande vittoria sul palcoscenico internazionale. Mancini ha coraggio e idee. Deve allestire una Nazionale in un Campionato dove il 60% dei calciatori sono stranieri”.
 
L’Inter?
“I nerazzurri stanno meritando lo scudetto. Conte è un grande allenatore, è capace di plasmare le sue formazioni. Certo ci sono state le delusioni nelle coppe ma sono state superate”.
 
Il Milan?
“Sta facendo una stagione strepitosa, ora sta accusando una flessione del suo rendimento. I meriti di Pioli sono evidenti”.
 
La Juve?
“Si tratta della fine di un ciclo. È logico e naturale”.
 
La squadra che pratica il miglior calcio?
“L’Atalanta. Il suo rendimento, negli ultimi anni, è straordinario. I risultati sono stati ottenuti con il gioco e cambiando anche molti giocatori. Gasperini è un grande allenatore supportato da una società competente. L’emblema è un calciatore come Freuler: è fantastico, a Bergamo è amatissimo. La sua gestione è poi esemplare: quarto fatturato della Serie A; stadio e centro sportivo di proprietà; uno dei vivai migliori d’Italia”.
 
In Europa quale squadra la colpisce?
“Il City di Guardiola e il Barcellona degli ultimi tempi, Messi è tornato a giocare su ottimi livelli”.
 
E il giocatore?
“Il calcio è esaltato dai cannonieri. Cito due nomi: Lewandowski e Ronaldo. Il portoghese è straordinario, un professionista esemplare, si allena con costanza e dedizione, il primo ad arrivare sul campo di allenamento e l’ultimo ad abbandonarlo”.
 
Svizzera e Italia prossimamente si scontreranno.
“La Svizzera l’ho vista in azione. Ha un allenatore che stimo e che considero all’altezza. È un modello per la sua capacità di inclusione. L’Italia deve avere l’assoluta e massima considerazione dei rossocrociati, storicamente ci sono state belle e appassionanti sfide”.
 
Qual è lo stato di salute della stampa sportiva?
“Viviamo in uno stato di rivoluzione permanente. Nel 1982 quando l’Italia è diventata Campione del Mondo il “Corriere dello Sport” ha venduto 1700000 copie. Il calo delle vendite è evidente. L’informazione ora corre veloce e osservo due aspetti: il tempo reale è un formidabile strumento di democrazia; l’impoverimento della scrittura. Noi abbiamo il dovere di essere attenti, autorevoli e credibili”.