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Madrid si è giocato il classico, lo ha vinto all'ultimo respiro il
Real. La partita è stata combattuta e avvincente. Le polemiche non sono
mancate e non poteva essere altrimenti. Molti gli episodi dubbi. Ma
il più controverso si è verificato a mezz'ora dall'inizio
dell'incontro, pochi minuti dopo il pareggio dei padroni di casa.
Lamine Yamal, a seguito di un corner, ha concluso con l'esterno verso
la porta, incertezza del portiere Lunin, il Bernabeu e l'intera
Spagna si interrogano se la palla sia entrata o meno. È il gol
fantasma. Non esiste alcuna ripresa che consenta di mostrare se il
pallone abbia oltrepassato o meno la linea bianca. La Liga non
prevede nessun meccanismo del rilevamento automatico dei gol, non c'è
l'occhio di falco. Si è dovuto fare affidamento al Var. La scena è
stata surreale. Gundogan si è avvicinato all'arbitro indicandogli il
polso, con il gesto chiaro in cui chiedeva cosa gli stesse dicendo
l'orologio, partendo dal presupposto che la tecnologia aiutasse il direttore di gara.
Ma in Spagna la Goal Line Technology non c'è. La scelta ha una
motivazione puramente economica: costa e non è redditizia, 3 milioni di
euro a stagione (da pagare alla FIFA), 4 milioni se venisse estesa
alla Seconda Divisone. Ci sarebbero ulteriori spese supplementari da
sostenere, per i lavori da eseguire per rendere operativo lo
strumento. Il tutto per quattro o cinque giocate di questo tipo.
Tebas ritiene che le telecamere ad alta risoluzione di cui dispone il
Var, consentano di chiarire ogni sorta di situazione. Ma purtroppo
nessuna immagine ha potuto fare luce, rimanendo il dubbio, il gol
non è stato assegnato. A Madrid sono sicuri: il gol non è valido. A
Barcellona sono certi: era una rete da convalidare. Chi è contro la
tecnologia? Gli arbitri, vogliono mantenere una sorta di
discrezionalità. A pensare male si fa peccato, ma spesso si
indovina.
Calcio
Il Classico deciso da un gol fantasma
In Spagna è caos per una rete non concessa al Barcellona