Calcio
La rivoluzione con scope e badili
Succede che i ragazzi e le ragazze della Südkurve si mettono a spazzare la neve
Pubblicato il 23.04.2024 04:12
di Giorgio Genetelli
Squadriglie di opliti anti-sommossa transitano in bahnhof, quella di Zurigo, tra cartacce e lattine alla fermata del tram, soppresso e arrangiatevi. Deve esserci stata una divergenza di vedute tra tifosi. Come si fa ad arrivare al Letzigrund? Eh… Ehm… (risposta di un addetto ai servizi). Zu Fuss, dico. Ya. Ecco. Allora via a piedi, già con pensieri grigi in merito, e in prossimità dello stadio, in direzione ondeggiante e contraria, fluttua il corteo della südkurve, chissà dove vanno a due ore dal match. Deve essere una delle proteste del tifo organizzato, per biglietti nominali o cose così, di controllo e sicurezza. Fa il freddo tipico del maggio dietro l’angolo: il maggio delle rivoluzioni? Ormai solo minime e per qualcosa che riguarda solo te, trattori o pensioni. Non ci credo (più) ai benefici delle masse in rivolta, non nella indifferente Elvezia, non nella danarosa Zurigo. Poi, la massa non va in curva, ma okkupa la tribuna principale, un esproprio coi fiocchi. Infatti si mette anche a nevicare di brutto, eppure la partita comincia, con un pallone bianco che, per esempio, Victor Ruiz del San Gallo non vede a un metro e calcia l’aria e si ribalta. Il pallone rosso dev’essere finito a Cuba. L’arbitro Tschudi fa giocare per cinque minuti e poi, con Zeidler che si sbraccia in proteste per la situazione impossibile, sospende. In attesa delle renne, o almeno di qualcuno che pulisca le linee della taiga. Ma gli inservienti sono quattro di numero (gli altri in sciopero?), con dei soffiatori che avanzano un passettino per volta tra l’irritazione generale. Allora succede. Mentre il presidente Canepa scalcia la neve come per sincerarsi che sia vero, i ragazzi e le ragazze della Südkurve scavalcano le barricate, invadono la sacra pista d’atletica, prendono falci e mart… pardon, scope e badili apparse d’incanto a decine e si mettono sotto a spazzare. Una poesia commovente, un momento d’altri tempi. E in mezzora il prato è di nuovo verde, mentre dalle logge osserva con sopracciglio sollevato la borghesia con le flûtes e il calduccio. In studio, Zubi dice che, bello sì, ma è possibile che succeda nella Svizzera del 2024? Ma per fortuna che succede, caro. E grazie ai tifosi, che si riscattano da molte sciocchezze con questa azione collettiva, applaudita anche dai rivali ospiti. La partita ricomincia, brutta; torna anche un attimo di sole. Poi finisce, tra canti e applausi. Che giornata. Il ritorno in bahnhof, a piedi ovviamente, è raggiante.