Un altro lutto, molto doloroso,
nel nostro piccolo mondo sportivo. Fiorenzo Zanotta, classe 1939, ci ha
lasciati negli scorsi giorni. Grande appassionato di ciclismo, in una
pubblicazione è citato tra i giornalisti che ne hanno decantato, negli anni, la
bellezza. Un bell’attestato, di cui Fiorenzo andava fiero, ancora di più quando
è diventato presidente della Federazione (FCT).
Fabio Schnellmann, presidente
di Swiss Cycling, ha steso queste amabili parole per il caro Fiorenzo:
“Ricordo con commozione
Zanotta, storico presidente della nostra Federazione negli anni 80-90. Fiorenzo
ha vissuto l’epoca d’oro del ciclismo ticinese quando sul nostro territorio vi
erano una ventina di gare, alcune delle quali a carattere internazionale. Oltre
alle diverse competizioni cantonali il nostro ciclismo allineava alla partenza
delle gare per professionisti 4-5 corridori locali formatisi in club ticinesi. Fiorenzo
amava il ciclismo a 360 gradi, aveva anche importanti contatti con la vicina
Italia. Grazie a lui si sono sviluppati i primi accordi di collaborazione con
le province italiane confinanti al nostro cantone.
A testimonianza delle
considerevoli conoscenze che aveva, ricordo diversi incontri di allora con
l’allora presidente della Federazione italiana Agostino Omini, proprio per
discutere le tematiche di licenze, autorizzazioni e tanto altro ancora. Insomma
Fiorenzo era un uomo con una passione smisurata per il ciclismo che ha dato
tanto a tutto il movimento con competenza e disponibilità”.
Durante gli anni di
presidenza si era molto impegnato a rivitalizzare l’ambiente approfondendo e
portando nelle sedi giuste i vari problemi che attanagliavano la Federazione. La
rivista Radsport scrisse, compiaciuta: “Zanotta è riuscito a creare nel
ciclismo al sud delle alpi un ambiente giovane e dinamico con nuove persone
appassionate e positive”.
Il suo motto era unire sport,
cultura e divertimento (quante belle foto con Scolari e genitori sotto la linea
del traguardo e nel corso di varie manifestazioni, sempre sorridente e aperto
con parole amichevoli per tutti, da buon momò): “Il ciclismo - sottolineava
– è portatore di valori ed è giusto che Società e Federazione si impegnino nel
tesseramento di un numero sempre maggiore di giovani”. Già a quei tempi si
era battuto in favore di piste ciclabili e di pista coperta affinché “i
ragazzi possano acquisire le finezze dello sport che tanto amano”. Il Velodromo
coperto, obiettivo utopistico e meteora in fiumi di progetti mai concretizzati per
una cinquantina di anni, è ora finalmente dietro l’angolo a Sigirino. Fiorenzo
purtroppo lo vedrà dal Santuario del ciclista, là dove hanno combattuto e
terminato la loro bella corsa tanti altri attori e personaggi come lui. Lo ricordiamo
con affetto, era una bella persona, gioviale e simpatica.