FUORI ORARIO
La maglia rosa di 70 anni fa
Il Giro d’Italia, scattato ieri da Torino, nel 1954 era stato vinto da Carlo Clerici
Pubblicato il 05.05.2024 07:55
di Enrico Lafranchi
Lo zurighese (originario di Lurate Caccivio), era stato protagonista di una rocambolesca fuga nella tappa Napoli-L’Aquila, impresa che gli aveva fatto guadagnare un pesantissimo grappolo di minuti di vantaggio, oltre mezzora sui big, Fausto Coppi e Hugo Koblet in prima fila. Fu proprio Hugo, che Carlo considerava come un fratello, a permettergli di trionfare a Milano, come era successo a Koblet il 13 luglio 1950 (primo straniero a vincere la corsa della ‘rosa’).
Quella di 70 anni fa fu una specie di ‘rivincita’ per lui, accusato di avere aiutato Koblet, nel Giro vittorioso, rimasto appiedato a seguito di una foratura. I giornali della Penisola parlarono di scandalo. Clerici tornò in Italia, appunto nel 1954, con il passaporto elvetico. Aveva disputato il Giro per essere d’aiuto a Koblet (ne era suo fedelissimo gregario). Evidentemente quella tappa, la sesta, cambiò il corso (e il gusto) delle cose.
Abbiamo conosciuto Carlo nella città della Limmat. A distanza di tempo, tra aneddoti e ‘visioni’ del ciclismo del passato e del presente, siamo a metà anni Settanta, Clerici ricordava ancora con una punta di amarezza il trattamento che gli avevano riservato i media italiani: “Hanno continuato a rivangare stupidamente, per anni e anni, quell’episodio”.
Lo aveva ribadito anche al collega Mariano Botta dalle colonne del GdP: “Essendo ancora italiano tanti non apprezzarono il fatto che aiutassi Hugo”.
Sono trascorsi 17 anni dal giorno in cui la maglia rosa non c’è più. Nei nostri incontri ha sempre messo in vetrina il suo amore, la sua passione per il ciclismo e i suoi attori, dal più umile dei gregari al campione. Anche dopo le luci della ribalta Carlo Clerici (in rosa per ben 17 tappe) si è sempre considerato, da persona umile qual è sempre stato, soltanto un gregario.
(Nella foto, Carlo Clerici, al centro, con gli amici della boutique zurighese)