OFFSIDE
Succede anche nelle migliori famiglie...
La risposta di Croci-Torti in conferenza stampa che ha fatto discutere
Pubblicato il 07.05.2024 11:23
di L.S.
Ha detto di sentirsi frustrato: l’ha ripetuto diverse volte nel post-partita. Evidentemente, aveva voglia di trasmettere questo suo stato d’animo. In fondo, bastava guardarlo in faccia per capire cosa stesse vivendo.
La sconfitta contro il San Gallo, per come è arrivata e per cosa rappresenta, è dura da digerire. Il sogno, perché di questo si trattava, è svanito.
Ma la vita va avanti, bisogna guardare al futuro, ai prossimi impegni.
C’è un posto in Europa da conquistare (possibilmente in Champions League) e c’è una finale di Coppa da preparare. Insomma, la stagione è lungi dall’essere terminata.
Il Crus, perché è di lui che stiamo parlando, aveva definito quella di sabato a Cornaredo, la “partita più importante dell’anno”.
Ci aveva messo tanta enfasi, forse troppa, provando a caricare ulteriormente una squadra che arrivava da un periodo esaltante. Evitare i cali di tensione era l’obiettivo: ci teneva a superare anche questo ostacolo e andare a giocarsi tutto o quasi in una sorta di finale a Berna, contro quello Young Boys che adesso è veramente a un passo dal titolo.
E così a fine partita, anche la domanda più innocua, può diventare scomoda, se fatta in un momento psicologicamente delicato: “Adesso bisogna guardarsi dietro (in classifica)”?
La risposta è secca, fuori dai canoni a cui ci aveva abituato Croci-Torti: “Questa è una domanda stupida”.
Poi il Crus prende fiato, ci pensa e srptola il suo pensiero. Condivisibile o no, è una spiegazione serena, in cui il tecnico si ricompone, riprende in mano le redini delle emozioni.
Si è accorto che la risposta è stata forte e ripara subito con una frase che fa sorridere, che spiega la sua persona: “Questa invece è una domanda intelligente”, facendo l’occhiolino sempre allo stesso collega un attimo più tardi.
La pace è fatta. In verità, è stata soltanto un botta e risposta in un momento di frustrazione, tra gente che si conosce e lavora assieme tutto l’anno e che, soprattutto, si rispetta.
Per un giornalista, è difficile pensare di avere un interlocutore migliore del Crus. Disponibile, aperto, uno che ama spiegare i suoi punti di vista con dovizia di particolari. Avercene di allenatori così. Noi ce l’abbiamo e ce lo teniamo stretto.
E se ogni tanto, come capita anche nelle migliori famiglie, non si è sempre della stessa opinione, ci si stringe comunque la mano, si beve un caffè e ci si continua a voler bene.
Perché questo è il calcio. Questa è la vita.
(Foto Keystone/Golay)