Calcio
Simeone, da qui all'eternità
L'allenatore argentino sta per scrivere una pagina di storia per il calcio spagnolo
Pubblicato il 12.05.2024 05:03
di A. L.
Diego Pablo Simeone era un centrocampista che soffriva, la mediana era il suo territorio esistenziale. La sua faccia lasciava trasparire malinconia e tristezza, non di quelle che inibiscono, ma quelle che promettono: lui sul campo avrebbe giocato fino all'ultimo, come se non ci fossero altre partite da disputare. Testa sempre altra, fierezza e orgoglio contro ogni avversario. Poi è arrivata la carriera da allenatore. La sua dimensione l'ha trovata in Spagna. Sempre vestito di nero. Il colore, in generale, esprime un pensiero, dietro c'è un'idea. Il nero è considerato come l'insieme di tutti i colori. È profondità e contrasto. Rimanda all'oscurità. Incita all'opposizione e alla protesta. E nacque il “cholismo”. Non inganni l'ismo. Si tratta di una forma di ribellione popolare. L'obiettivo è abbattere l'ordine costituito specie quando è forte e potente. El Cholo vuole diventare eterno e sfida il tempo. Partita dopo partita, vittoria dopo vittoria, record su record, ha cambiato la storia dell'Atletico. Ha vinto campionati, ha vinto coppe internazionali, ha disputato finali di Champions. È diventato un tecnico longevo, in club che gli allenatori li schiacciava. Ora è vicino a un grandissimo traguardo per il calcio spagnolo e non solo. Dopo 677 panchine è vicino ad ottenere la vittoria numero 400. Questi i numeri dei rivali storici: Miguel Munoz con il Real ne ha conseguite 357; Johan Cruyff con il Barcellona ne conta 244. A livello internazionale: Alex Ferguson ha condotto il suo Manchester a vincere 743 volte in 1.283 partite; Arsene Wenger risponde con 592 successi in 1.053 incontri. Ma c'è un altro dato clamoroso, è considerato un allenatore difensivista, mancano tre partite alla fine del torneo nazionale, ma ha nel mirino un altro record: ancora 8 gol e diventerà il mister che ha festeggiato più reti nella Liga.
(Foto Keystone/Aragon)