FORMULA UNO
Leclerc incoronato in casa
A Montecarlo le qualifiche restano fondamentali e lo hanno dimostrato
Pubblicato il 26.05.2024 20:57
di Silvano Pulga
Charles Leclerc, finalmente: primo cittadino monegasco ad aggiudicarsi la gara del Principato, dopo aver ottenuto la pole position. Scavando nei nostri ricordi, nel 1975 Enzo Ferrari, salutando il successo di Niki Lauda, 20 anni dopo l'ultimo, ottenuto da Maurice Trintignant, disse "Ringrazio tutti di aver saputo attendere". I posteri hanno aspettato di più: l'ultima volta nel quale una Ferrari ottenne pole e vittoria risaliva, infatti, al 1979 (Jody Scheckter), mentre l'occasione (decisamente più recente) nella quale un pilota della scuderia di Maranello è salito sul gradino più alto del podio è datata 2017, con Sebastian Vettel. Dopo la delusione di Imola, finalmente una gioia per i tifosi della Rossa.
Nonostante i suoi 78 giri, quello di Monaco è un Gran Premio che non si limita solo alla domenica: vista la difficoltà di sorpasso, infatti, anche le qualifiche sono fondamentali. Partire davanti è importantissimo, i primi giri si trasformano spesso in una bagarre: ed è successo così quest'anno, con Carlos Sainz che è andato a sbattere contro un muretto, a causa di una gomma sgonfiatasi per un urto con un'altra monoposto nei primi metri di gara ma, soprattutto, con un incidente che ha coinvolto Checo Pérez, urtato da Kevin Magnussen, e che è andato a danneggiare anche il compagno di scuderia Nico Hülkenberg. Più avanti, duello fratricida tra Pierre Gasly ed Esteban Ocon sulle Alpine, con quest'ultimo che tenta un attacco senza senso al Portier. Il risultato, un urto tra i due, potenzialmente pericolosissimo, con il primo che, via radio, è letteralmente esploso, rovesciando (e ci stava...) col tramite del proprio ingegnere di pista, una valanga d'improperi sul connazionale.
Seconda partenza liscia, che ha così consentito a Carlo Sainz di rientrare in gara. Poi è iniziata la lunga attesa di un episodio che potesse modificare le posizioni sancite dalle prove di qualifica, perlomeno per ciò che riguardava quelle di testa. Monaco, infatti, è una pista tutto sommato noiosa, dove può bastare veramente una piccola distrazione per picchiare contro un muretto e vanificare, magari, una corsa condotta sino a quel momento nelle posizioni che contano. E questo particolare ne costituisce, in fondo, il fascino senza tempo. E, alla fine, la bandiera rossa a inizio gara è stata decisiva: nell'attesa della nuova partenza, i battistrada hanno infatti montato le gomme hard (erano partiti tuti con le medie), ottemperando al cambio obbligatorio. E questi pneumatici hanno portato in fondo i protagonisti, che hanno mantenuto le proprie posizioni sino al termine, con Oscar Piastri su Mc Laren secondo e Carlos Sainz terzo.    
Dopo i festeggiamenti, bisognerà però iniziare a domandarsi se a Monaco ha ancora senso correre, con queste Formula 1. Siamo degli amanti delle tradizioni, in questo sport come in altri: tuttavia, a volte bisogna forse ragionare se si debba fare un passo indietro. Lo diciamo con una punta di amarezza, perché questo circuito ha fatto la storia dell'automobilismo: tuttavia, con le macchine di oggi, affrontare un circuito cittadino con queste caratteristiche (si tratta di strade dedicate al normale traffico veicolare nel resto dell'anno) è davvero complicato. Poi, certo: se tutto rimane in un ambito di ricerca del migliore assetto delle monoposto, nulla da dire: giusto che il più bravo (o quello messo nella condizione di essere più veloce) stia davanti. Però, se la cosa crea problemi di sicurezza, bisognerà iniziare a discutere su piani differenti.     
(Foto Keystone)