Una vita sportiva intensa,
Pinter era diventato il ‘papà’ di tutti i bellinzonesi. “Non potrà essere
dimenticato tanto presto – scriveva Aldo Sartori su L’Eco dello Sport
di dicembre 1980 – perché Carlo è stato personaggio e primattore degli
ultimi cinquant’anni della vita cittadina e della sua storia sportiva. Un nome che
i veri amici avranno sempre nel cuore”.
Pinter lo abbiamo conosciuto
da allenatore del Bellinzona di Otto Scerri. Ma lo ricordiamo anche, molti anni
prima, in arrivo da Neuchâtel, al capezzale di una squadra in lotta per non
essere retrocessa dalla divisione nazionale A. Tornato alla guida dei granata
all’epoca del presidentissimo, eravamo alla fine degli anni Sessanta, Renzo
Bionda e compagni nonostante fossero stati dati favoriti si fecero ‘scippare’
al Wankdorf la coppa dal San Gallo allenato da Albert Sing. Con Pinter in
panchina c’era Soldini, ci furono discussioni a non finire. Michele Fazioli nel
libro Forza granata! aveva tracciato questo simpatico ritratto di ‘papà
Carlo’: “Pinter è ormai un bellinzonese completo, il suo nome è indissolubile
da quello dell’ACB”. Parliamo di un calcio dove c’erano ancora dei sentimenti. Un
giovane Giuseppe Buffi dalle colonne de Il Dovere commentò: “Non fa
niente ragazzi, in fondo per mezza città avevate già vinto prima di scendere in
campo”.
Anche dopo essersi ritirato
dal calcio Carlo Pinter ha continuato a seguire le partite del Comunale, prima
dalla tribuna poi, quando sopraggiunsero problemi di salute, dalla buvette
antistante il campo da gioco (gli veniva riservato un tavolino dove sulla sua
agenda annotava appunti tecnici…). In Svizzera era arrivato, ventenne, da
Bratislava. Dapprima sulle rive del Lago Maggiore (“Per me è tutto nuovo,
soprattutto l’ambiente e la lingua. Ma che gente fantastica questi locarnesi!)”
giocando per il Locarno fino al 1936, poi con il Cantonal e il Bellinzona
(1942-47). Era tornato (una prima volta) nella capitale ticinese da allenatore
dopo essersi diplomato a Macolin. Sui suoi trascorsi nel mondo del calcio,
attraverso Svizzera, Francia, Malta e la Danimarca, ha pubblicato un libro
dedicato al figlio Ladislao. In “Ricordi e consigli” (questo il titolo della
pubblicazione edita da Arti Grafiche A. Salvioni) dichiarava di essere felice
del suo ultimo (e definitivo) ritorno all’ombra dei tre castelli: “Il continuo
girovagare per il mondo comincia a pesarmi sulle spalle, la nostalgia di casa
si fa struggente. L’ACB mi chiama, Otto Scerri prima che si concluda la
campagna acquisti mi dice di andare a cercare qualche giocatore in Scandinavia.
Son tornato con Jörn Sörensen…”.
Sul suo soggiorno a Malta:
“Appena sbarcato mi sembrava di essere giunto nel Paese delle favole, ero
trattato come un principino…”.
La bella favola è continuata
anche a Bellinzona. Ma purtroppo è durata poco. Carlo, socio onorario dell’ACB,
ci ha lasciati a soli 70 anni.
(Carlo Pinter in un’immagine
tratta da ‘Forza granata’, edizioni Casagrande, Bellinzona)