Shaqiri è ormai diventato un caso. In tutta onestà, lo si sapeva da
tempo.
Giocatore dotato di grande classe, è stato sicuramente il miglior fantasista del calcio svizzero negli ultimi dieci anni.
A 32 anni, dopo quasi quattro stagioni piuttosto infelici in MLS, con i Chicago Fire di Mansueto, l’attaccante è finito nell’occhio del ciclone. Si parla più di lui che della nazionale.
Cosa farà Shaqiri, come reagirà Shaqiri, giocherà Shaqiri, ecc…
I titoli dei giornali sono tutti per lui. Ma questa volta potrebbe non essere necessariamente un bene.
Il giocatore, e lo si è visto ieri, ha reagito in maniera veemente alla domanda sulle parole di Heitz, che lo aveva giudicato piuttosto negativamente due settimane fa a Lugano.
“Shaqiri non è stato certo un successo”, aveva detto senza mezzi termini il braccio destro di Mansueto a Chicago, dando così per conclusa la sua avventura nell’Illinois.
Shaqiri, pungolato, non ha saputo trattenere la risposta, che forse da qualche giorno teneva dentro: “Heitz forse dovrebbe pensare agli acquisti che ha fatto…”.
Tradotto: che Heitz pensi soprattutto ai suoi errori, invece di gettare addosso a me la responsabilità dei risultati negativi.
Shaqiri, per farsi capire meglio (ma non ce n’era bisogno…) ha tirato fuori l’esempio dell’Inter Miami di Messi, una squadra che con 4-5 nuovi acquisti, ha ribaltato la propria situazione.
Chiusa la polemica con Heitz, ora il caso Shaqiri rientra in nazionale.
Domani la Svizzera debutterà con l’Ungheria e tutti si chiedono se Shaq sarà della partita dal primo minuto.
Considerata l’assenza di Zuber (fuori per un risentimento a un polpaccio), è possibile che parta dall’inizio. Le alternative Rieder o Steffen, non convincono.
In nazionale Shaqiri si è arrabbiato un’altra volta. Questa volta con Murat Yakin, che ieri ha detto che “per Shaqiri, giocare due partite in pochi giorni, è un problema”.
Il giocatore, ovviamente, non ci sta e si ribella. “È quasi imbarazzante dover rispondere a questa domanda”, ha risposto l’incredulo Shaqiri, che con la nazionale, è bene ricordarlo, ha giocato la bellezza di 123 volte.
Il direttore della nazionale, il ticinese Pierluigi Tami, aveva detto all'inizio della settimana che ognuno doveva accettare il proprio ruolo. Riferendosi ovviamente anche a Shaqiri. Che ribatte: "Se entro dalla panchina, sono pronto ad aiutare la squadra in qualsiasi modo".
Anche due anni fa in Qatar, si discusse molto di lui e alla fine, le cose non andarono poi così male. Fece l’assist per il gol di Embolo contro il Camerun, riposò (infortunato?) con il Brasile e segnò un gol e diede due assist contro la Serbia. Uno scenario che in nazionale tutti firmerebbero.
Giocatore dotato di grande classe, è stato sicuramente il miglior fantasista del calcio svizzero negli ultimi dieci anni.
A 32 anni, dopo quasi quattro stagioni piuttosto infelici in MLS, con i Chicago Fire di Mansueto, l’attaccante è finito nell’occhio del ciclone. Si parla più di lui che della nazionale.
Cosa farà Shaqiri, come reagirà Shaqiri, giocherà Shaqiri, ecc…
I titoli dei giornali sono tutti per lui. Ma questa volta potrebbe non essere necessariamente un bene.
Il giocatore, e lo si è visto ieri, ha reagito in maniera veemente alla domanda sulle parole di Heitz, che lo aveva giudicato piuttosto negativamente due settimane fa a Lugano.
“Shaqiri non è stato certo un successo”, aveva detto senza mezzi termini il braccio destro di Mansueto a Chicago, dando così per conclusa la sua avventura nell’Illinois.
Shaqiri, pungolato, non ha saputo trattenere la risposta, che forse da qualche giorno teneva dentro: “Heitz forse dovrebbe pensare agli acquisti che ha fatto…”.
Tradotto: che Heitz pensi soprattutto ai suoi errori, invece di gettare addosso a me la responsabilità dei risultati negativi.
Shaqiri, per farsi capire meglio (ma non ce n’era bisogno…) ha tirato fuori l’esempio dell’Inter Miami di Messi, una squadra che con 4-5 nuovi acquisti, ha ribaltato la propria situazione.
Chiusa la polemica con Heitz, ora il caso Shaqiri rientra in nazionale.
Domani la Svizzera debutterà con l’Ungheria e tutti si chiedono se Shaq sarà della partita dal primo minuto.
Considerata l’assenza di Zuber (fuori per un risentimento a un polpaccio), è possibile che parta dall’inizio. Le alternative Rieder o Steffen, non convincono.
In nazionale Shaqiri si è arrabbiato un’altra volta. Questa volta con Murat Yakin, che ieri ha detto che “per Shaqiri, giocare due partite in pochi giorni, è un problema”.
Il giocatore, ovviamente, non ci sta e si ribella. “È quasi imbarazzante dover rispondere a questa domanda”, ha risposto l’incredulo Shaqiri, che con la nazionale, è bene ricordarlo, ha giocato la bellezza di 123 volte.
Il direttore della nazionale, il ticinese Pierluigi Tami, aveva detto all'inizio della settimana che ognuno doveva accettare il proprio ruolo. Riferendosi ovviamente anche a Shaqiri. Che ribatte: "Se entro dalla panchina, sono pronto ad aiutare la squadra in qualsiasi modo".
Anche due anni fa in Qatar, si discusse molto di lui e alla fine, le cose non andarono poi così male. Fece l’assist per il gol di Embolo contro il Camerun, riposò (infortunato?) con il Brasile e segnò un gol e diede due assist contro la Serbia. Uno scenario che in nazionale tutti firmerebbero.
(Foto Keystone)