La presenza ticinese al
nostro Giro è quasi sempre stata importante negli anni. Di Attilio Moresi la
più significativa (1961) in quanto unico ticinese ad averlo vinto. E, albo
d’oro alla mano, anche la partecipazione più marcata alla nostra massima corsa
a tappe, unitamente a quella di Emilio Croci-Torti. È interessante sapere che
già alla prima edizione del 1933 in 5 tappe, vinta dall’austriaco Max Bulla, realizzata
nell’anno del cinquantenario dell’SRB, al via si era schierato un ticinese:
Luigi ‘Gin’ Luisoni (1907-1982) di
Stabio, considerato un pioniere del nostro ciclismo .
Oggi dedichiamo un ‘piccolo’
spazio a un nostro altro bravo corridore attivo in quattro TdS (1950-51-
52-53). Parliamo di Cesare Zuretti (1922-2004), vessillifero del Velo Club
Bellinzona. Sceso di sella, è diventato CT mettendo a disposizione dei giovani
la sua grande esperienza. Nato in Francia, a Pillon, appena giunto nella
Turrita debuttò da dilettante vincendo nel 1947 la ‘Quattro Distretti”. Da
professionista lo ricordiamo gregario di Koblet (con la Cilo) e, dal 1951, nell’Allegro
forte di Alfredo Martini, Oscar Plattner, i fratelli Vincenzo e Vittorio
Rossello, Giancarlo Astrua, Fritz e Werner Zbinden.
In occasione del
settantacinquesimo del club, il presidente Aldo Sartori disse di lui: “È una
fortuna continuare ad avere con noi l’appassionato Cesare. Ha il compito di
dirigere il nostro ragguardevole vivaio di corridori con i quali si sforza di
non lasciare morire la passione per il ciclismo nella capitale ticinese, sempre
con lo scopo di trovare il campioncino che possa magari emergere in campo
cantonale”.
Da una pubblicazione di
quegli anni: “Zuretti è una simpatica figura di dirigente allegro ma severo
con i corridori a lui affidati i quali sono riconoscenti a questo bravo,
sincero amico del ciclismo e fedele appassionato del VC Bellinzona”. Anche ‘Il
Dovere’, aveva messo in luce il suo operato in favore delle nuove leve. Il
quotidiano cittadino, del vincitore del Giro del Nord Ovest (Zuretti ha corso
anche il Lombardia e la Sanremo) e del GP Brissago, la sua gara più ‘sentita’, tracciava
questo simpatico ritratto: “La sua dedizione al ciclismo è una questione di
amore, un mestiere che non si fa se non lo si ama”.
Abbiamo un bel ricordo personale
dell’appassionato ciclista e valoroso gregario. E anche di una persona molto
legata alla città e alla sua gente che ha ammirato Cesare e si è sentita, alla
sua scomparsa, di testimoniarglielo in modo tangibile.
(Cesare Zuretti, nella Foto Keystone)